Dopo tre giorni di tira e molla, si è potuto formalizzare il passaggio del bosniaco all’Inter. Ha saputo un’ora prima dell’amichevole di ieri che avrebbe potuto giocare

Ieri è iniziata ufficialmente l’avventura di Edin Dzeko all’Inter. Il bosniaco fino a poco prima della partita aveva potuto allenarsi solo individualmente perché c’era da risolvere la pendenza con la Roma relativa alle mensilità di luglio e agosto. La Gazzetta dello Sport scrive che la questione è stata chiusa perché Dzeko ha rinunciato alla metà di quanto doveva avere dal club giallorosso.
“La “liberazione” dopo tre giorni nel limbo è arrivata nel primo pomeriggio grazie al buon senso e a un bisogno doppio: quello di Edin di dedicarsi finalmente al futuro, e quello della Roma, impegnata nella caccia al suo erede e stanca di tirarla per le lunghe. Per entrambi, era solo una questione di principio: ballava, fra luglio e agosto, un mese di stipendio del centravanti, un milione di euro lordi, a cui nessuno voleva rinunciare. Né Dzeko, che in quel frangente di tempo era un dipendente giallorosso, né il d.s. Tiago Pinto, che riteneva di aver fatto già abbastanza lasciando il giocatore praticamente a zero. Alla fine, Edin ha rinunciato a metà della propria spettanza, mentre l’altra
metà sarà regolarmente saldata”.
Ha saputo di poter giocare solo un’ora prima dell’amichevole di ieri.
“Gli hanno detto “forse giochi” un paio d’ore prima dell’amichevole con la Dinamo Kiev qui a Monza, poi è partito titolare tra lo stupore di tutti, grazie al nulla osta della sua ormai ex società, arrivato un’ora prima del fischio d’inizio.
Insomma, ha esordito in nerazzurro per un tempo intero, e ha pure segnato il gol del 2-0, ancora prima di essere tesserato: non la cosa più comune a queste latitudini. A mancare a quel punto era, però, solo l’annuncio ufficiale
che, per ragioni di opportunità, è caduto a fine partita”.