Nonostante l’assenza di palestre e strutture riusciamo a compiere dei miracoli, andiamo in giro per il mondo a misurarci con gente che dispone di enormi spazi dedicati ad ogni disciplina e spesso la battiamo
Vittorio Feltri su Libero parla delle Olimpiadi di Tokyo appena concluse e sul fatto che non resteranno impresso solo per il numero di medaglie che l’Italia ha portato a casa, ma anche perché hanno ricordato che da noi l’arte di arrangiarsi non è passata di moda
Mancano le palestre? Non importa. Ce la facciamo lo stesso ad allenarci: nel corridoio di casa, in salotto, in cortile. Poi andiamo in giro per il mondo a misurarci con gente che dispone di enormi spazi dedicati ad ogni disciplina e spesso la battiamo. Siamo un po’ pasticcioni tuttavia riusciamo a compiere dei miracoli. Come è accaduto a Tokyo dove abbiamo assistito a prodezze inimmaginabili.
E non basta, scrive Feltri, esaltare gli atleti, bisogna ricordare anche i loro allenatori che spesso fanno i salti mortali
Un esempio, Zurlo, napoletano di classe, che in uno scantinato prepara pugili di grande tecnica e li butta sui ring più rinomati del globo ottenendo risultati strepitosi. Come può essere che in una città incasinata quale quella ai piedi del Vesuvio si possa esprimere tanta qualità? Zurlo è un uomo fantastico che parla con la correttezza di un professore e riesce a insegnare a sferrare pugni con l’eleganza tipica dei ballerini della Scala.