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Vierchowod: «I difensori non sanno più difendere, vogliono giocare la palla e non sanno marcare»

Intervista al El Pais: “Chiellini è l’ultimo grande difensore italiano, Bonucci no ma lo completa. Io a 41 anni correvo dietro a Ronaldo il Fenomeno”

Vierchowod: «I difensori non sanno più difendere, vogliono giocare la palla e non sanno marcare»

Pietro Vierchowod, 62 anni da Calcinate. “Lo Zar”. Campione del mondo in Spagna 82, una Champions League con la Juventus nel 1996, perno difensivo della grande Samp di Boskov. A 41 anni inseguiva Ronaldo il Fenomeno, quasi alla stessa velocità: “Stavo benissimo, avrei potuto continuare a giocare di più. La gente mi diceva che era uno scherzo della natura, ma è l’allenamento quotidiano che mi ha aiutato. Quando ero giovane, tecnicamente non ero bravo. Sono migliorato molto perché mi allenavo due ore in più rispetto al resto dei compagni”.

El Pais ha intervistato Vierchowod sul mestiere del difensore. Che è una cosa un po’ diversa da quella che si fa adesso. Ora “il ruolo è cambiato – dice – ma non sono bravi, non sono capaci di fare i difensori. Non capiscono bene la posizione. Giocare a zona non significa non marcare. Prima c’erano le marcature a uomo, ma ora che non ce ne sono più, l’attaccante non è marcato. Anche se sei in zona, quando sei vicino all’attaccante devi seguirlo. Ora, quando l’attaccante è vicino al difensore, si butta indietro, fa il contrario di quello che dovrebbe. Non dico che non se la cavano con la palla giocata, voglio dire che il difensore deve difendere. L’esempio migliore è il primo gol dell’Italia contro il Belgio. Il difensore centrale era nella sua zona circondato da quattro italiani e voleva giocare la palla. Gliel’hanno tolta e hanno segnato. Non è intelligente, è stupido“.

I numeri gli danno ragione.

Ora si attacca e si segna molto perché non ci sono più i difensori di una volta. Non hai giocatori che difendono uno contro uno. Se ci sono tanti giocatori che segnano più di 20 gol vuol dire che c’è un problema”.

L’Italia, dice Vierchowod, difende bene perché “difende in blocco. E perché ha due centrali come Chiellini e Bonucci.

“Sono molto diversi. Chiellini è l’ultimo grande difensore italiano. Bonucci, come difesa, non è molto bravo, ma ha una buona visione di gioco, anche se la fase difensiva non la fa molto bene. Certo, si completano a vicenda”.

Il ricordo di Vujadin Boskov, e di quella Samp con Vialli e Mancini che ora è l’anima di questa Nazionale.

“Era la squadra a decidere come giocare. Quando hai grandi giocatori, sono loro che decidono. Se un allenatore decide di giocare in un modo e i calciatori più importanti non lo capiscono, non lo faranno mai. Boskov è stato molto bravo a dirigere, ma dal mio punto di vista una grande squadra si gestisce da sola, non ha bisogno di imparare nulla“.

 

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