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Sirigu: «Al Torino ero un cane da picchiare, perché incasso e sto zitto»

Il portiere parla del suo addio: “Avrei meritato di essere difeso almeno come persona. Sono una persona di valori, quando vengono a mancare mi dà fastidio”

Sirigu: «Al Torino ero un cane da picchiare, perché incasso e sto zitto»
Torino 03/04/2021 - campionato di calcio serie A / Torino-Juventus / foto Image Sport nella foto: Salvatore Sirigu

Sirigu prendeva anche sette gol in una partita, e stava zitto. Poi s’è preso una rivincita come motivatore sotto voce di Donnarumma agli Europei. Ora che è sull’uscio del Genoa parla del Torino. E a Sky Sport dice che alcune ferite fanno ancora male.

“Delle volte le critiche mi hanno fatto male, altre volte mi hanno dato uno stimolo in più. Ho sbagliato, non sono un ipocrita. Altre volte però mi hanno dato fastidio: io incasso, sto zitto e ogni tanto sputo il veleno. Sono stato un po’ il cane da picchiare perché tanto non avrei risposto visto che non vado in televisione o non uso i social. Forse avrei meritato di essere difeso almeno come persona”.

Sirigu è molto critico verso la sua ormai ex società:
“Sono cose che succedono nel calcio. Ero arrivato alla fine di un ciclo. Il rimpianto c’è, perché non è facile lasciare una squadra dove hai lasciato il cuore, tanto impegno e un gruppo di ragazzi a cui sei molto unito. Sono quattro anni che giocavo con alcuni di loro e gli voglio davvero bene. Io dovevo guardare in faccia la realtà e capire se tutti in quell’ambiente ti vogliono. È troppo facile dire che un giocatore voleva andare via, ma bisogna guardare cosa si è fatto per tenere il giocatore. Non solo nel mese di giugno, ma anche prima. Io sono una persona che ha valori, quando vengono a mancare mi dà fastidio”.
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