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Vi è piaciuta Napoli macchietta? E mo tenetevi le polemiche su Manfredi juventino

Una riflessione su Manfredi con la maglia di Maradona e su quelli che – dopo aver alimentato un processo di arroccamento culturale – vorrebbero Napoli come Malmoe

Vi è piaciuta Napoli macchietta? E mo tenetevi le polemiche su Manfredi juventino

Ci perdonerete il tocco iniziale di autoreferenzialità. Era il 31 maggio quando il Napolista lanciò quel che si sta rivelando – a tutt’oggi – l’unico tema della campagna elettorale (peraltro partita con abbondante anticipo): la juventinità del candidato Pd-M5S e roba varia: l’ex rettore nonché ex ministro Gaetano Manfredi. Che, appunto, tifa Juventus.

In questi quindici giorni non ne abbiamo più scritto. Abbiamo volutamente evitato il tema anche se la candidatura e soprattutto il processo che ha portato a questa scelta sarebbero il sale del Napolista. Per noi, non c’è strumento migliore del pallone per decrittare la città e i suoi umori. Anche e soprattutto gli umori della presunta classe dirigente.

In questi quindici giorni, della juventinità di Manfredi si è letto e scritto ovunque. Su quotidiani locali e nazionali. Così come in radio e in tv. Qualcuno – da sempre refrattario alle notizie – ha invano provato a ignorare la notizia, per poi arrendersi. Altri, e qui non possiamo non citare Repubblica, continuano a manifestare il loro stupore misto a indignazione. Come se abitualmente vivessero in Scandinavia e si fossero ritrovati catapultati in un’altra realtà.

E veniamo al punto. Che ovviamente non è l’essere juventino di Manfredi: poverino, è stato costretto a una dichiarazione che vincerà l’Oscar dell’autolesionismo: ama la Juventus e pure il Napoli, non guarda le partite Juventus-Napoli. Un giorno dirà Orsato andava processato a L’Aja. Stendiamo un oceano pietoso.

Il tema è un altro. È la cecità di chi ha ignorato il peso che il tifo juventino avrebbe avuto in campagna elettorale. Ed è, soprattutto, quel che possiamo condensare in questa domanda: vi è piaciuto trasformare Napoli nella capitale del luogo comune, nella città ridotta a macchietta? E ora dovete farci anche i conti: un candidato sindaco juventino è un problema.

Non ci si può abbeverare alla fonte del populismo quando fa comodo, quando si costruiscono carriere politiche e intellettuali, e poi irrigidirsi perché Napoli non è Malmoe. No, Napoli non è Malmoe. E chi per mestiere dovrebbe occuparsi della città, sentire la città, annusarne gattusianamente i pericoli, si è comportato come se cinquanta anni fa avesse proposto un candidato nero nel Mississippi.

In questi ultimi quindici anni, Napoli è diventata la macchietta di sé stessa. È stato un processo fortemente voluto, oseremmo dire studiato. Napoli si è spalmata ai desiderata del resto d’Italia e del mondo. Come ci volete? Sulla sedia mentre balliamo e mangiamo gli spaghetti? E noi ve lo abbiamo dato. Potremmo proseguire all’infinito. Il repertorio è come il menù, è fisso. L’unicità di Napoli e dei suoi abitanti. Napoli vessata dal resto d’Italia, finalmente riabilitata dal revisionismo storico risorgimentale. Napoli unica vera capitale che non viene compresa per la propria superiorità estetica e intellettuale. Un processo di annientamento culturale, di accartocciamento su sé stessi, cui l’adesione è stata pressoché unanime.

Le domande sono due. La prima è: lo avete scoperto oggi? Qui – giusto per fare uno tra i millemila esempi – un annetto fa venne trasformata in contesa Sud versus Nord persino una disputa terapeutica tra un napoletano (Ascierto) e un milanese (Galli). E, per inciso, aveva ragione il milanese. Ma abbiamo l’alibi che il rappresentante del Sud era juventino.

La seconda domanda è: adesso di cosa vi lamentate? È un processo ha fatto comodo a tanti. Venti, venticinque anni fa, Napoli non era così. Era ancora consentito parlare di qualcosa che non fosse napoletano. Un tempo, il culto della diversità di Napoli era circoscritto alla geniale ironia dei negozi di Napolimania di Enrico Durazzo. Negozi che oggi non colpiscono più come allora. Perché è tutta la città ad essere diventata una immensa Napolimania. Probabilmente è stato un fenomeno che ha in qualche modo anche contribuito a rallentare il processo di impoverimento, qualche soldino lo ha portato. Guardavamo spesso i turisti al ristorante Nennella, ai Quartieri: veniva dato loro quel che la clientela si aspettava. Di vivere un’ora di folclore. Un’ora della vera Napoli. Perché Napoli è un mondo a parte. Come i turisti che nel film dei Manetti Bros vanno a Scampia nella speranza di essere scippati per provare un brivido gomorroso.

Vi è piaciuto il mondo a parte? Vi è piaciuta Napoli macchietta? Avete lottato strenuamente per costruire questo brand. Ebbene in questo mondo, e con questo brand, un candidato tifoso della Juventus è un problema. Non potete certo risolverlo con una  fotografia con una maglietta di Maradona in mano.

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