L’allenatore ha scelto di difendersi, non di patteggiare. Il Fisco scrive al club per annunciare il sequestro dello stipendio. Il club: a gennaio i primi emolumenti
Tra il fisco spagnolo e Carlo Ancelotti c’è un contenzioso che risale alla prima esperienza dell’italiano sulla panchina del Real Madrid. È accusato di evasione fiscale. Ancelotti ha scelto di difendersi, non di patteggiare. E il prossimo 23 luglio sarà in aula.
Nel frattempo il fisco si è portato avanti e ha inviato al Real Madrid una lettera in cui annuncia al club che si rivarrà sequestrando direttamente lo stipendio. Secondo El Paìs, il club ha detto che i primi emolumenti saranno versati a gennaio 2022. Forse per quella data il procedimento si sarà concluso.
Il prossimo 23 luglio il Tribunale distrettuale 35 di Madrid ha convocato Ancelotti. In quella sede il tecnico e i suoi avvocati si difenderanno dalle accuse.
Il Tesoro chiede nel 2014 il pagamento di circa 300.000 euro oltre ai 3,2 milioni già corrisposti. Nel 2015, stagione in cui ha pagato 7 milioni di tasse, chiedono 675.000 euro in più. All’origine del contenzioso c’è il convincimento, da parte del fisco, che Ancelotti sia rimasto in Spagna dopo l’esperienza al Real, facendo scattare i sei mesi di residenza da cittadino spagnolo che prevedono il pagamento delle tasse all’aliquota del 45%. Per la difesa, invece, Ancelotti lasciò la Spagna prima dei sei mesi e quindi deve pagare la tasse all’aliquota del 10%.
Il fisco sostiene che nonostante l’allenatore italiano abbia risieduto in Spagna tra il 2013 e il 2015, non abbia dichiarato correttamente i suoi guadagni sia dal Real Madrid che dai suoi diritti di immagine.
Al Real Madrid è arrivata un’ordinanza con la quale si chiede che tutto il reddito percepito dal nuovo allenatore sia messo a disposizione dell’erario per liquidare, da un lato, un’imposta debito di 1.396.875.33 euro. E, dall’altro, 23.245,18 euro per interessi di mora.