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In Italia l’attrice trans è doppiata da un uomo. Polemica ovunque, tranne che da noi

Putiferio dopo il trailer di “Promising Young Woman”. Il Guardian: “il doppiaggio italiano è razzista e transfobico”. La Universal costretta a ridoppiare il film

In Italia l’attrice trans è doppiata da un uomo. Polemica ovunque, tranne che da noi

Uno dei protagonisti dell’ultimo film di Emerald Fennell, il thriller “Promising Young Woman” (in Italia col titolo di “Una donna promettente”) è l’attrice trans Laverne Cox. L’uscita nei cinema italiani prevista per il 13 maggio è stata rimandata dopo la pubblicazione di un trailer da parte della Universal Pictures Italia nel quale il personaggio interpretato da Cox, Gail, parla con la protagonista Cassie, interpretata da Carey Mulligan, con una voce decisamente mascolina. Perché nella versione italiana Cox (star Orange Is the New Black) è doppiata da Roberto Pedicini, un uomo.

La protesta sui social è scoppiata immediatamente. E ora la questione è finita anche sul Guardian.

Penso che questa scelta di doppiaggio sia un vero e proprio atto di violenza“, ha detto al quotidiano inglese l’attrice trans e doppiatrice italiana Vittoria Schisano. “È offensivo. Mi sentirei vittima di bullismo se fossi Cox”.

Schisano ha già doppiato Cox nel documentario di Netflix “Amend: The Fight for America”, ed è anche la voce italiana del personaggio trans Natalie nell’ultima stagione di Big Mouth. In Raya and the Last Dragon della Disney presta la voce al generale Atitaya. Schisano dice non conoscere altri doppiatori trans in Italia, e non le è stato nemmeno chiesto di leggere la parte di Cox in Promising Young Woman.

La questione del doppiaggio nel rispetto dei generi è complicata. In Spagna e in Germania, per dare la voce a Cox in Promising Young Woman è stato scelto un uomo cis. Universal Pictures International, che si occupa della distribuzione del film di Fennell in Europa, sta cercando di metterci una pezza.

“Siamo profondamente grati a Laverne e alla comunità transgender per averci aperto gli occhi su un pregiudizio che né noi né molti nel nostro settore avevamo riconosciuto. Sebbene non vi fosse alcun intento dannoso dietro questo errore, stiamo lavorando diligentemente per risolverlo. Abbiamo iniziato a doppiare la voce della signora Cox con attrici e stiamo posticipando le date di uscita per garantire che sia disponibile la versione corretta”.

Il Guardian scrive il doppiaggio in Italia ha una lunga tradizione che risale “al regime fascista, quando l’uso di lingue straniere nei film fu vietato, negli anni ’30. Quasi 90 anni dopo, il doppiaggio è ancora la norma in Italia e in altri paesi europei, tra cui Spagna e Francia. È un sistema vecchio stile che ora paga i suoi cui limiti razzisti e transfobici“.

“Non è un segreto che le élite del doppiaggio in Italia siano prevalentemente bianche e cis”, scrive ancora il Guardian. Per Daniele Giuliani, neo-presidente dell’Associazione Nazionale Attori Doppiatori (ANAD), non c’è discriminazione: “Non abbiamo mai avuto doppiatori neri, non perché non li volessimo, ma perché non ce n’è nessuno specializzato nella recitazione vocale“, dice Giuliani.

Giuliani spiega anche che le “soluzioni alternative” – ricorrere a doppiatori non specializzati – non funziona: “L’inclusione a priori rischia di influenzare i nostri attori e mina la qualità del nostro lavoro”, afferma.

“Il doppiaggio è qualcosa di completamente diverso da quello che ho fatto in tutta la mia vita”, dice Schisano. Il è come “trovare un vestito che si adatti perfettamente a qualcuno”, e questo “non ha nulla a che fare con l’essere cis o trans”.

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