ilNapolista

L’intervista di Agnelli: «Patto di ferro tra i club, la Superlega ha il 100% di chance di successo»

A Repubblica (giornale di proprietà): «La Uefa gestisce i nostri diritti, ci regola ma non rischia niente. Il 40% tra i 16 e i 24 anni non segue il calcio»

L’intervista di Agnelli: «Patto di ferro tra i club, la Superlega ha il 100% di chance di successo»
Agnelli quando andò in tv a dire che la Juventus rispetta le regole

Assume le sembianze di una intervista grottesca quella che Andrea Agnelli ha concesso a Repubblica (di proprietà della Fiat), a firma del direttore Molinari. Perché in poche ore il castello Superlega si è sgretolato e Agnelli – con Florentino Perez – è il grande sconfitto. Ha rimediato una figuraccia che dovrebbe spingerlo a ritirarsi dalla vita pubblica per sempre. Ci sono anche risposte che spiegano il perché di questa scissione che è naufragata, soprattutto il passaggio sulla Uefa che non rischia mai niente.

«Fra i nostri club c’è un patto di sangue, il progetto della Superleague ha il 100 per cento di possibilità di successo, andiamo avanti».

I giovani

«I più giovani vogliono vedere i grandi eventi e sono meno legati agli elementi di campanilismo che hanno segnato le generazioni precedenti, compresa la mia. Un terzo dei tifosi mondiali segue due club che spesso sono tra i fondatori della Superleague, il 10 per cento segue i grandi giocatori e non i club, due terzi seguono il calcio più per “il timore di perdere qualcosa” che non per altro, e il dato più allarmante è che il 40% per cento di coloro che hanno fra i 16 e 24 anni non ha interesse nel mondo del calcio. Andare a creare una competizione che simuli ciò che fanno sulle piattaforme digitali — come Fifa — significa andargli incontro e fronteggiare la competizione di Fortnite o Call of Duty che sono i veri centri di attenzione dei ragazzi di oggi, che spenderanno domani».

La risposta alla Uefa

«Bisogna tener presente che l’Uefa gestisce i nostri diritti, li vende, decide quanti che ce ne redistribuisce e ci regola pure. Senza affrontare alcun rischio economico. Ed inoltre è un nostro rivale. Mi pare un aspetto di grande valore per un’industria da 25 miliardi di euro. Fifa e Uefa fanno grandi ricavi con i nostri giocatori ma non ci hanno aiutato nei momenti di crisi. Devono scegliere: o fanno i regolatori o i promotori commerciali».

Per quasi dieci anni ho lavorato nelle istituzioni sportive internazionali che detengono il controllo delle competizioni, con un monopolio di fatto, senza sostenere alcun rischio economico. Perché i rischi ricadono solo sui club. Non sono riuscito a fargli capire quanto è alto il rischio economico per i club che generano valore per tutti gli stakeholder del calcio. O forse non hanno mai voluto capirlo. Dunque bisognava cambiare le cose. Cercheremo un accordo con Uefa e Fifa».

Credo che non si sia capito qual è stato l’impatto della pandemia nel mondo del calcio, al punto che nel budget 2021-2022, che è stato presentato nel dicembre 2020, i presupposti che Uefa ha fatto sono da brividi. Cito: “Le cifre presentate si basano sulla crisi sanitaria superata senza impatto su competizione e eventi, il calcio sta continuando normalmente”. La massima istituzione del calcio europeo a dicembre del 2020 diceva questo. Istituzione che, vi ricordo, non ha nessun rischio economico nell’industria che regolamenta e con la quale compete. Questo conflitto d’interessi è importante sottolinearlo».

JP Morgan pare abbia chiamato il Napoli. State trattando con altre squadre italiane?
«Non posso confermarlo. Sarà sempre il cda a decidere».

ilnapolista © riproduzione riservata