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L’allarme dei medici: «Ospedali in sovraccarico, non allentate misure anti-Covid»

Su Repubblica la lettera dei principali sindacati dei medici italiani. Chiedono di aspettare che i contagi giornalieri scendano sotto i 5mila casi, i ricoveri in intensiva al 30%, e la vaccinazione completata per soggetti fragili e ultra 60enni

L’allarme dei medici: «Ospedali in sovraccarico, non allentate misure anti-Covid»
Su Repubblica alcuni stralci della lettera inviata dai principali sindacati dei medici italiani per chiedere al governo di non allentare le misure anti Covid. Il sistema ospedaliero è ancora in sovraccarico, scrivono, non è ancora il momento di procedere alle riaperture.
Il sistema ospedaliero è ancora in sovraccarico. Gli indici di occupazione delle terapie intensive e delle aree mediche Covid sono ben oltre le soglie critiche individuate. La mortalità resta elevata. Sì, i dati delle ultime settimane mostrano progressivi segnali di rallentamento della crescita dei contagi, ma siamo sempre sui 530mila e serve molta cautela nell’allentare le misure restrittive della movimentazione sociale”.
Il comunicato continua:
“Il personale sanitario, impegnato quotidianamente – 7 giorni su 7, di giorno e di notte – e da oltre un anno nella lotta contro la pandemia si trova ad affrontare ancora per tutto il 2021 criticità di ogni tipo dovute al sovraffollamento degli ospedali, che con la terza ondata interessa in successione tutta la nostra penisola, anche aree precedentemente risparmiate, come dimostra il caso Sardegna. Ogni prematuro allentamento delle restrizioni potrebbe mettere a rischio tanto la vita dei pazienti affetti da Covid, costringendo per carenza di posti letto gli operatori a scelte strazianti sotto il profilo etico, come il triage inverso, quanto la salute dei pazienti con altre patologie, la cui prevenzione e cura rischia di essere ancora una volta sacrificata a causa della sottovalutazione del rischio di una persistente elevata circolazione del virus, sulla quale i medici e i dirigenti del servizio sanitario nazionale lanciano da tempo, inascoltati, tutti gli allarmi possibili”.
E ancora:
“gli operatori sanitari sono costretti, dopo il secondo picco epidemico autunnale, a ulteriori sacrifici, anche a rischio della salute personale, oltre che ad affrontare una situazione di costante super lavoro fisico e psichico che sta fiaccando le loro resistenze. Le decisioni competono, certo, alla politica, ma è compito, anche deontologico, di chi lavora in prima linea fornire una fotografia chiara dell’andamento clinico ed epidemiologico della pandemia”.
Secondo i sindacati dei medici, sarà possibile allentare le restrizioni solo quando i contagi giornalieri saranno sotto i 5mila casi, i ricoveri in area Covid medica e intensiva rispettivamente al 40% ed al 30%, e la vaccinazione completata almeno per i soggetti fragili e gli ultra 60enni, categorie a più alto rischio di ricovero e mortalità.
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