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Il Valencia: “Costretti a giocare sotto minaccia di punizione dopo gli insulti razzisti a Diakhaby” 

Il club ha diramato una dichiarazione ufficiale dopo quanto successo durante la partita col Cadice. “Diakhaby è diventato oggi un’altra vittima del razzismo nel calcio”. “Si è perso il rispetto e lo spirito del calcio”

Il Valencia: “Costretti a giocare sotto minaccia di punizione dopo gli insulti razzisti a Diakhaby” 

Ieri un triste e gravissimo episodio di razzismo in Liga, durante Cadice-Valencia. Diakhaby ha ricevuto un insulto razzista da Juan Cala e il Valencia ha abbandonato il campo. Poi il match è ripreso ma senza Diakhaby, che, addirittura ammonito, non è tornato in campo. Secondo una prima ricostruzione, il giocatore non se la sarebbe sentita di rientrare ma avrebbe chiesto ai suoi compagni di tornare a giocare. In tarda notte, è arrivato il comunicato del Valencia.

Il club spagnolo scrive che Diahkaby “è diventato un’altra vittima del razzismo nel calcio” e ricostruisce in dieci punti quanto accaduto, dicendosi “orgoglioso” per il sostegno che i giocatori hanno ricevuto confidando che venga fatta luce sull’evento.

Il Valencia scrive di essere tornato in campo perché l’arbitro “avrebbe paventato loro le potenziali conseguenze del mancato rientro”, ovvero che sarebbero icorsi in una sanzione, che avrebbe potuto essere la sconfitta a tavolino o altro. Circostanza che, però, scrive Marca, le fonti ufficiali del Comitato Tecnico degli arbitri hanno negato.

Questa è la dichiarazione ufficiale del Valencia con i dieci punti in cui descrive e spiega cosa è successo nella partita contro il Cadice.

1. Mouctar Diakhaby è diventato oggi un’altra vittima del razzismo nel calcio.

2. Dopo aver subito un intollerabile insulto razzista, ha comunque ricevuto il cartellino giallo per protesta.

3. Siamo orgogliosi del supporto che Diakhaby ha ricevuto dai suoi compagni di squadra e della decisione di lasciare il campo in blocco.

4. Confidiamo che questo evento verrà indagato.

5. Con nostro disappunto, non è stata presa alcuna decisione.

6. Il Club in nessun momento esorta i suoi giocatori a tornare in campo. L’arbitro comunica ai giocatori le potenziali conseguenze del mancato rientro in campo di gioco. I giocatori, costretti a giocare sotto minaccia di punizione dopo gli insulti razzisti e il cartellino giallo a Diakhaby, decidono di rientrare in campo.

7. Diakhaby ha chiesto ai suoi compagni di squadra di tornare in campo e combattere. I suoi colleghi hanno rispettato la sua volontà.

8. Quello che è successo oggi non dovrebbe mai più ripetersi nel calcio.

9. Il Valencia CF è contro il razzismo ed esprime il suo pieno sostegno a Diakhaby. Oggi è un giorno triste per il nostro sport.

10. Quello che abbiamo perso oggi non è una partita, oggi si è perso il rispetto e lo spirito del calcio e dello sport.

 

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