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Telegraph: tra i giovanissimi (16-24 anni) i videogiochi stanno divorando il calcio reale

L’inchiesta analizza come la dimensione virtuale attecchisca sempre di più in quella fascia di età, per un mercato che nel caso di EA (che produce FIFA) vale 28 miliardi

Telegraph: tra i giovanissimi (16-24 anni) i videogiochi stanno divorando il calcio reale

La dimensione virtuale del calcio sta assumendo sempre più forza, a scapito di quella reale. L’inchiesta del Telegraph analizza le varie componenti del fenomeno, partendo da quella economica. La Electronic Arts, azienda produttrice del titolo FIFA, ha visto peraltro accrescere il proprio fatturato in questo periodo dove i videogiochi sono diventati il principale passatempo dei giovani costretti in casa. L’incremento nell’ultimo trimestre del 2020 è stato di 58 milioni di sterline, arrivano a 1,2 miliardi e facendo risultare FIFA 21 l’edizione più vincente di sempre.

L’intero valore del mercato EA è di 28 miliardi. Per intenderci, il Manchester United che è il club di maggior valore nel calcio, si aggira sui 2 miliardi. In tal senso Andrea Agnelli aveva notato in passato come la fascia d’età compresa tra i 16 e i 24 anni, cresciuta con questo videogioco, fosse più interessata a giocare più che a guardare le partite reali in tv. Il vicepresidente della EA Sports, David Jackson, ha commentato così la situazione.

Il calcio reale sarà sempre più popolare, giustamente. Il tifoso però si sta evolvendo: se un bambino a Tokyo o a Toronto si appassiona al Paris Saint-Germain, è difficile che sia perché ha visitato il Parco dei Principi. È più probabile invece che il suo giocatore preferito giochi nel PSG ed è cresciuto conoscendolo in parte attraverso FIFA.

Nell’ultimo periodo sono emersi alcuni conflitti col calcio reale. Ibrahimovic e il suo agente Raiola hanno sollevato alcune polemiche in relazione ai diritti d’immagine nel videogioco, e Bale si è accodato. Ma al momento non risultato cause legali in corso. Anche perché, secondo Jackson, non ci sono rischi concreti di violazioni.

Nessuna rappresentanza individuale ha autorità su qualsiasi cosa sia relativa a leghe, squadre e atleti nel calcio virtuale. Ci sono 150 milioni di videogiocatori nel mondo e ciò offre un tornaconto significativo a chi detiene i diritti e ai relativi club.

Altre polemiche poi sono derivate dall’utilizzo smodato dei videogiochi che fanno i giovani, in particolare bambini e adolescenti.

Cosa si deve fare se l’ambiente al momento non è sicuro per permettere ai bambini di uscire a giocare? Quando le persone mi chiedono se preferirei che i miei figli giochino a calcio o a FIFA, la mia risposta sincera è: entrambe le cose. Agnelli ha ragione sui cambiamenti che si stanno verificando, ma i videogiochi sono soltanto uno di molti approcci verso i fan.

A contribuire alla forte rivalità tra la dimensione videoludica e quella reale, c’è anche quella di carattere economico per il consumatore. Con 60 sterline, spiega il Telegraph, l’utente acquista FIFA 21 che gli garantisce un’esperienza costante e interattiva, ed è meno costoso di un abbonamento per una squadra di Premier League o ad una pay-tv. Un’altra ragione per cui questa versione moderna di concepire e approcciarsi al calcio diventa sempre più importante.

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