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Ponte Morandi, i manager Aspi dopo il crollo: «A fare le ispezioni mandavano i ciechi»

Nuove intercettazioni e un video dimostrano il degrado evidente del viadotto già 3 anni prima del crollo. E i tecnici Spea si lamentavano: «Facevamo le cose alla c… perché non volevano bloccare il traffico».

Ponte Morandi, i manager Aspi dopo il crollo: «A fare le ispezioni mandavano i ciechi»

Spuntano nuove intercettazioni sul Ponte Morandi. Diciamo che l’orrore non ha mai fine, in questa storia. Si tratta di intercettazioni depositate dalla Guardia di Finanza, da cui risulta sempre più evidente che i dirigenti Aspi sapevano che il ponte crollato il 14 agosto 2018 presentava difetti evidenti e uno stato di salute precario. Quei difetti e quella salute precaria che portarono alla tragedia e alla morte di 43 persone, a causa di una manutenzione pressoché inesistente.

Nella relazione presentata a dicembre dai periti del Gip risulta che Autostrade e Spea effettuavano le ispezioni al ponte di notte. Tanto che i dirigenti intercettati, Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli, ci scherzano su, a crollo avvenuto. A strage avvenuta.

«Cosa mandavano i ciechi! Mandavano i ciechi a fare ispezioni questi! I ciechi!».

E anche i tecnici Spea si lamentavano:

«Perché vai a vedere un ponte di notte? Chiudi e lo vai a vedere di giorno, non vai di notte con le lampade. Ci vai di giorno, tre ore, lo chiudi e vedi. E invece no, al buio con le lampade… facevamo le cose alla c… perché non volevano bloccare il traffico».

A provare che le usure sullo strallo responsabile del crollo del viadotto esistevano già nel 2015, tre anni prima del disastro, è un video mandato in onda dal Tg La7. Le immagini mostrano con evidenza lo stato di degrado dello strallo durante un’ispezione Spea effettuata di notte. Il video è pubblicato da Repubblica.

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