Su Repubblica Torino le parole di Alessandro D’Angelo, predecessore di Pairetto: «A volte dovevo cedere, ricevevo decine di telefonate al giorno, centinaia a settimana. Lo stress era altissimo».
Repubblica Torino riporta le parole di Alessandro D’Angelo, responsabile, per la Juventus, della cura dei rapporti con le tifoserie organizzate prima che l’incarico passasse ad Alberto Pairetto.
Ha testimoniato al processo Last Banner, raccontando le difficili trattative con i referenti dei gruppi della curva prima che arrivasse l’invito della questura a togliere le agevolazioni agli striscionisti.
I biglietti per le trasferte e gli abbonamenti concessi agli ultras, ha dichiarato, erano una sorta di «merce di scambio», per «poter avere lo stadio tranquillo, evitare proteste e disordini, iniziative come lo sciopero del tifo o i cori oltraggiosi».
Sulla quantità di biglietti da concedere si aprivano trattative estenuanti.
«A volte dovevo cedere, ricevevo anche decine di telefonate al giorno da parte loro, centinaia a settimana. Lo stress era altissimo, io tendevo ad accontentare le loro richieste fin dove potevo, fino a quando non ho più resistito e ho chiesto di essere sostituito nel mio ruolo».
E ancora:
«Dare i biglietti a loro significava toglierli dalla libera vendita. Ma non sapevo come fare, non avevamo vie d’uscita: non immaginavo soluzioni diverse se non quella del compromesso per poter avere partite sicure».
D’Angelo ha spiegato perché non ha mai denunciato le pressioni:
«Non l’ho fatto per inesperienza e per paura».