La sosta di campionato consentirà al club di riflettere non solo sul tecnico ma anche su Paratici e Nedved, che “finora si è più distinto per le reazioni scomposte durante le partite”

Lo spogliatoio della Juventus non ha preso bene la sconfitta contro il Benevento ieri allo Stadium. La Stampa parla di urla e insulti tra i calciatori dopo la partita.
“La Juventus dovrà essere brava a gestire le pressioni e le tensioni, comprese quelle sfociate ieri nello spogliatoio dello Stadium con urla e insulti, ma Pirlo è chiamato al cambio di passo. Anche nella gestione di una squadra che continua ad essere additata come l’unica responsabile dei guai attuali”.
Ieri, dopo il match, ci sarebbe stato un confronto tra Pirlo e il presidente della Juventus, Andrea Agnelli. La posizione di Pirlo non sembra più così sicura. Il quotidiano scrive:
“Anche in questa occasione c’è stato un confronto immediato con il presidente Agnelli, però la sicurezza mostrata pubblicamente da Pirlo lo scorso 9 marzo («Ero già tranquillo, mi ha detto che il progetto è appena iniziato e da qui si riparte: il ciclo continua», sorrise a caldo) ora si è trasformata in attesa prudente”.
I conti, in ogni caso, continua La Stampa,
“si fanno sempre alla fine e questa non è l’ora dei processi alla Continassa. La sosta di campionato servirà per raffreddare la crisi e riflettere con calma sia su questa stagione che su come programmare la prossima”.
La Juve non riflette solo su Pirlo ma anche su Paratici e Nedved, che hanno costruito la squadra.
“Non c’è solo Pirlo al centro dei ragionamenti, una scelta fortemente voluta la scorsa estate da Andrea Agnelli dopo l’esonero di Sarri (che lo scudetto l’aveva vinto, così come Allegri), ma anche il futuro dei dirigenti che hanno costruito questa squadra. Fabio Paratici è in scadenza di contratto a fine giugno, ma le pratiche del rinnovo erano ben avviate con l’obiettivo di fare cassa e abbassare il monte ingaggi, mentre il vice presidente Pavel Nedved finora si è più distinto per le reazioni scomposte durante le partite che per un aiuto concreto alla squadra. In caso di disastro potrebbero pagare gli errori di gestione in quella che diventerebbe una vera e propria rivoluzione, anche se il presidente lo scorso ottobre aveva difeso il loro operato”.