Grassani: «Lazio-Torino come Juventus-Napoli, andava rinviata»
A Tuttosport: «Il mito del protocollo Figc va sfatato. Il ‘purtroppo’ di Dal Pino? E' una presa d’atto che i regolamenti vanno rispettati. Il giudice sportivo non potrà ignorare il precedente sancito dal Coni»

L'avvocato Grassani
Tuttosport intervista l’avvocato Mattia Grassani, che ha lavorato al ricorso del Napoli contro il 3-0 a tavolino alla Juventus nel caso della partita mai giocata ad ottobre. Si esprime su Lazio-Torino.
«Va sfatato il mito del protocollo Figc, che in troppi hanno citato a sproposito».
Si riferisce al fatto che il protocollo fa riferimento alla Circolare del Ministero della Salute del 18 giugno 2020, che riconosce la competenza nella gestione della positività solo alle Asl, compresa la quarantena.
«Appare evidente, dunque, che, nel caso di specie, siamo in presenza di un ‘factum principis’ che impedisce la disputa della partita, e stupisce, sotto questo profilo, che la stessa non sia stata rinviata. Stupisce ancora di più laddove si consideri che, nelle categorie inferiori, soprattutto in Lega Pro, i provvedimenti di rinvio in situazioni analoghe sono ormai numerosi».
A Grassani viene chiesto un parere sulle parole pronunciate da Dal Pino qualche giorno fa, quando disse che c’era da valutare «purtroppo» la decisione del Collegio di Garanzia del Coni.
«Ritengo che quel ‘purtroppo’ sia da attribuirsi al fatto che la Lega si trova compressa tra due esigenze contrapposte: da un lato, quella di garantire il regolare svolgimento del campionato di Serie A, in una stagione con il calendario mai così saturo; dall’altra quella di esercitare il proprio ruolo nel rispetto dei regolamenti e, fortunatamente, in maniera conforme all’interpretazione degli stessi fornita dai competenti organi. La Lega non ha mai nascosto, anche in occasione di Juventus-Napoli, la propria posizione (negando per due volte la richiesta di rinvio della gara del club di Aurelio De Laurentiis), che, tuttavia, è stato accertato in maniera definitiva, non è risultata condivisibile. Il ‘purtroppo’ lo trovo come una presa d’atto che, nonostante la posizione di disaccordo, i regolamenti debbano essere rispettati».
Il caso Lazio-Torino e quello Juve-Napoli, per Grassani, sono simili.
«In entrambi vi è un provvedimento della Asl, addirittura nel caso del Torino ancor meno interpretabile e assunto con maggiore anticipo, che preclude la disputa della gara: a mio avviso la Lega, per ragioni non solo regolamentari, ma anche di buon senso, dovrebbe limitarsi a prenderne atto, come più volte ha fatto, nel corso di questa stagione, ad esempio, la Lega Italiana Calcio Professionistico. Cioè la cosiddetta Lega Pro».
Non si può ignorare l’esistenza della Circolare del Ministero della Salute, continua.
«Tanto il Napoli quanto il Torino non hanno affatto violato il Protocollo, ma vi si sono scrupolosamente attenute. Non siamo in presenza di un contrasto tra norme sportive e norme statuali, ma semplicemente in presenza di un richiamo che i regolamenti federali e di Lega operano rispetto a una Circolare ministeriale. Occorrerebbe, dunque, un intervento più ampio, che parta dalla modifica del Protocollo Figc e preveda una autorità centrale, anche a livello statuale, fermo in rispetto della competenza regionale in materia di sanità pubblica, di coordinamento delle singole Asl, onde evitare problemi derivanti da un normalissimo diverso approccio, più o meno prudente, delle varie autorità sanitarie locali rispetto alla problematica Covid tra gli sportivi professionisti».
Il Giudice Sportivo non potrà ignorare la decisione del Collegio di Garanzia del Coni su Juve-Napoli.
«Certamente il giudice sportivo, pur non essendo vincolato al rispetto del precedente sancito dal Collegio di Garanzia dello Sport del Coni, non potrà ignorarlo».
E sulle parole di Gravina di ieri:
«Penso che abbia perfettamente inteso quale sia la corretta interpretazione dei regolamenti e il giusto approccio alla problematica, sotto il profilo giuridico. Conseguentemente, quando ha parlato, sembrava auspicare un rinvio della partita, guardandosi bene da assumere posizioni che, ancorché a difesa dell’autonomia dell’ordinamento sportivo e dei regolamenti federali e di Lega, sarebbero giuridicamente poco sostenibili»