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Repubblica solleva il caso: «L’Italia dia un team a Sofia Goggia, come fu per Tomba»

“Non si tratta di capricci ma di tutelare una fuoriclasse. Tutti i grandi campioni li hanno. Al momento dell’incidente aveva uno zaino di 30 chili sulle spalle”

Repubblica solleva il caso: «L’Italia dia un team a Sofia Goggia, come fu per Tomba»

Finalmente. Qualcuno solleva il caso che per troppi anni lo sport italiano ha fatto finta di non vedere. L’Italia dello sci ha una fuoriclasse – Sofia Goggia – e la non tutela adeguatamente. Oggi ne scrive su Repubblica Alessandra Retico.

Scrive che cosa ha contribuito a provocare l’incidente che le è costato la frattura del piatto tibiale e quindi i Mondiali di Cortina

Quel capitombolo insensato si sarebbe potuto evitare, se qualcuno l’avesse almeno sollevata dal peso di uno zaino di oltre 30 chili «che mi ballava» e che portava in spalla mentre scendeva con gli sci lunghi nella nebbia sulla neve marcia. Sofia non va lasciata con se stessa: i fuoriclasse hanno carattere e una scarsa percezione dei limiti («nel bene e nel male, è come se volessi sopravvivere negli altri»), snaturarla sarebbe uno spreco, non sarebbe la Goggia.

E ancora:

Goggia ha bisogno del tempo pieno: qualcuno che la lasci libera, sorvegliandola. Federica Pellegrini lo ha sempre preteso e ottenuto, giustamente.

Non solo Federica Pellegrini, anche Alberto Tomba.

Capricci da star? Piuttosto, esigenze da atleta di alto livello. I team privati sono diffusi anche nello sci, senza distinzioni di censo, per quanto le federazioni più abbienti (e gli sponsor) riescano a offrire anche una logistica di trasferimenti in aerei o elicotteri tra una località di gara all’altra. Da squadre dedicate sono nati e crescono i migliori: Marcel Hirscher, Lindsey Vonn, Tina Maze, Lara Gut-Behrami, Mikaela Shiffrin, Petra Vhlova, Ester Ledecka, Ilka Stuhec.

Non è certo un caso – conclude Repubblica – che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’abbia cercata e che lei, tra l’altro, abbia messo giù pensando che fosse qualche call-center.

Se il presidente della Repubblica Sergio Mattarella la chiama il giorno in cui Mario Draghi sale al colle e lei, confondendo il numero con un call center, mette giù più volte prima di essere sollecitata a rispondere dal presidente del Coni Giovanni Malagò, qualcosa vuole dire.

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