Aldo Grasso sfotte le frasi fatte degli allenatori sul “cinismo sotto porta”
Sul CorSera ricorda chi è il cinico: un freddo, un dislluso. Deriva dal greco "kúon", cane, i Cinici si comportavano come cani randagi

Sul Corriere della Sera Aldo Grasso si sofferma sulle dichiarazioni degli allenatori post partita. Sempre più spesso, scrive, si lamentano di una cerca carenza di cinismo sottoporta.
«Dovevamo essere più cinici sottoporta».
Dicono. Ma impropriamente, perché, spiega, il termine cinismo
“deriva dal greco kúon, cane, perché i Cinici si comportavano come dei cani randagi. Vivevano infatti secondo le regole della natura e rifiutavano le convenzioni sociali”.
Dunque, continua,
“dire che un calciatore è un cane significa che non sa giocare. Bisogna dunque mettersi d’accordo”.
Grasso ripercorre la storia del Cinismo e i giudizi che si sono susseguiti sulla scuola filosofica greca. Il cinico, infatti, è considerato uno che non crede a niente,
“il suo comportamento è caratterizzato da indifferenza e sarcasmo nei confronti di qualsiasi valore e sentimento umano, è una persona fredda, indifferente e disillusa”.
E conclude:
“sottoporta il calciatore deve vivere un momento di distacco dalle emozioni, essere impudente, sfacciato e freddo. Paradossalmente e cinicamente non dev’essere un cane“.