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Vieri: «A 39 anni, Ibra ha portato a scuola gran parte dei difensori del campionato»

Al CorSera: «È ancora immarcabile quando viene servito in un certo modo. E il suo contributo va oltre i gol. Pirlo? Ci vuole tempo. Anche se in Italia non c’è pazienza. L’Atalanta è una realtà, ma non può sognare lo scudetto»

Vieri: «A 39 anni, Ibra ha portato a scuola gran parte dei difensori del campionato»

Il Corriere della Sera intervista Bobo Vieri. Per lui, la copertina del girone di andata di Serie A va a Ibra.

«Gigantografia di Zlatan Ibrahimovic. A 39 anni ha portato a scuola gran parte dei difensori del nostro campionato. È ancora immarcabile quando viene servito in un certo modo negli ultimi metri. Cifre impressionanti, e il suo contributo va oltre i gol… Parliamo di un leader vero, di uno che alza il livello generale degli allenamenti. Con lui in campo non si scherza, nemmeno durante la settimana. Zlatan ha carattere, carisma e costringe il resto del gruppo ad andare oltre le proprie possibilità. Contribuisce di fatto a velocizzare inserimento e crescita dei più giovani».

Il Milan, dice, ha il dovere di giocarsela fino in fondo, a questo punto. E parla anche della Juve.

«Sento parlare di crisi, di centrocampo debole e altro. La verità è che spesso si giudica a vanvera, come se si fosse al bar. Dopo nove scudetti consecutivi ci sta anche di faticare e magari di non vincere. Detto questo, la rosa della Juve resta la più forte: non vinci per caso 3-0 a Barcellona per intenderci. E a proposito di Barça, da quanto tempo non va in finale di Champions? Eppure ha Messi… Insomma, parlando di Juve a me piace evidenziare come stiano rinnovando la squadra senza perdere in competitività. Penso a De Ligt e Demiral l’anno scorso, poi Chiesa, Kulusevski, McKennie, Morata… Sta cambiando pelle ed è comunque la più forte».

Su Pirlo:

«Ci vuole tempo. Anche se in Italia non c’è pazienza. Per sua fortuna è alla Juve, dove sanno aspettare, programmare, investire. A me le idee di Andrea piacciono molto».

Dell’Inter elogia Conte.

«Conte è un grande allenatore, punto! Uno dei più bravi al mondo».

Definisce l’Atalanta «una realtà», ma quando gli viene chiesto se può sognare lo scudetto, la risposta è un «no» secco.

«La gente deve stare calma. L’Atalanta gioca un calcio unico in Europa, senza pressioni e non deve arretrare di un centimetro con la sua filosofia. Certi pensieri portano a fare calcoli che non fanno parte della storia di questo progetto. Mi piace il fatto che Gasp non sia mai sceso a compromessi tattici anche dopo qualche batosta. È così che poi si va a vincere a Liverpool, Amsterdam e Milano. Insomma, l’Atalanta deve aggredire tutti, ogni volta, senza andare troppo in là con la mente. Poi, se a 5 gare dalla fine si troverà là davanti… Ma “pianificare” un certo tipo di traguardo finirebbe per condizionare la spensieratezza di questa splendida squadra».

 

 

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