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Razzismo? “Duerme duerme negrito” cantava Victor Jara torturato e ucciso dal Cile di Pinochet

A proposito della squalifica di Cavani. Era una canzone per i braccianti cileni. Solo i parrucconi inglesi potevano scambiare negrito per razzismo

Razzismo? “Duerme duerme negrito” cantava Victor Jara torturato e ucciso dal Cile di Pinochet

Duerme, duerme “negrito”: In difesa di Edinson Cavani.

Duerme, duerme “negrito” è una canzone del grande poeta e cantautore cileno Victor Jara. Egli fu trucidato durante il periodo buio che seguì il vergognoso ed infausto golpe del 1973 da parte dei militari cileni del generale Pinochet. Spalleggiati dalla CIA, i militari rovesciarono nel sangue il governo progressista di Salvador Allende nel settembre di quell’anno.

Per molti di voi Victor Jara è del tutto sconosciuto, tuttavia noi “boomers” (come mi etichettano in modo amorevolmente dispregiativo i miei figli) avemmo l’opportunità e l’onore di conoscere le sue meravigliose canzoni attraverso il gruppo folk cileno “Inti-Illimani” profughi in Europa negli anni 70.

Victor era l’esponente di spicco della “Nueva Cancion” cilena e per ridurlo al silenzio, gli assassini fascisti di Pinochet prima gli mozzarono i polpastrelli – per impedirgli di suonare la chitarra – poi lo torturarono fino alla morte. Testimoni affermano che il corpo di Jara era pieno di “fori e bruciature”. Bob Dylan nel 1974 onorò il cantautore cileno attraverso un concerto di beneficenza per i profughi cileni ed invitò la moglie (inglese!) di Victor a passare una giornata con lui per visitare New York.

Torniamo alla canzone Duerme, duerme “negrito”; è apparentemente una dolce ninna nanna che in realtà si rivela un brano “punta-dito” contro le condizioni disumane in cui versavano i braccianti in Cile in quegli anni ed alle quali tentava di porre rimedio il governo di Salvador Allende.

La parola “negrito” in questa canzone, come in tante altre e in generale nel linguaggio gergale tipico dello spagnolo in tutta l’America Latina, è in realtà un vezzeggiativo privo assolutamente di alcuna notazione di carattere razzista; è un po’ come dire “rubiecito” (biondino) ad un bambino biondo. Solo i parrucconi inglesi, assaliti evidentemente da tendenze di Orwelliana memoria, hanno potuto intravedere una offesa razzista nella battuta del nostro Edinson.

D’altronde Lenny Bruce (altra figura cara a noi boomers) usava dire “Non ci sono parole sporche ma solo cervelli sporchi…”.

Un abbraccio a tutti voi del Napolista, e Forza Napoli sempre!

 

 

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