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Il ministro De Micheli sbugiarda Paratici davanti ai pm: «Mi chiese un aiuto per l’esame di Suarez»

Gli stralci degli interrogatori pubblicati da La Nazione inchiodano il manager bianconero alle false dichiarazioni rese circa i suoi contatti con la ministra dei trasporti 

Il ministro De Micheli sbugiarda Paratici davanti ai pm: «Mi chiese un aiuto per l’esame di Suarez»

Negli stralci di interrogatori pubblicati da La Nazione, Fabio Paratici viene sbugiardato dalla ministra De Micheli. Per le false dichiarazioni rese ai pm il manager bianconero è stato iscritto nel registro delle notizie di reato. Mentì sui suoi contatti con il ministro dei trasporti.

Nel verbale dell’interrogatorio c’è scritto che a Paratici il procuratore di Perugia, Cantone, chiese di raccontare se aveva avuto interlocuzioni con il Ministero dell’Interno o altri ministeri, con referenti amministrativi o politici, circa la richiesta della cittadinanza di Suarez. E’ l’11 novembre.

Paratici rispose:

«Escludo di aver avuto contatti con il Ministero dell’Interno o con altri Ministeri. La mia partecipazione sulla vicenda si limita ad aver dato mandato all’avvocato Chiappero come già riferito».

Il 13 novembre, due giorni dopo, i pm ascoltano la ministra De Micheli.

«Ricordo che durante il calcio mercato fui contattata da Fabio Paratici. Premetto che, essendo piacentino e quasi mio coetaneo, è mio amico di infanzia e quindi abbiamo frequenti contatti. Mi contattò, mi pare il 3 settembre 2020, forse nel corso della mattinata. Mi disse che la Juve sta comprando Suarez e che l’accordo era quasi fatto. Paratici mi spiegò che non aveva il passaporto italiano, non si erano accorti che non aveva il passaporto comunitario, cosa che era emersa a trattativa quasi conclusa e che quindi il requisito della cittadinanza era indispensabile per il buon fine dell’operazione. Paratici mi disse che anche che Suarez aveva già presentato domanda al Consolato italiano di Barcellona per l’ottenimento della cittadinanza ma che la domanda non si era completata e che era necessario verificare se si potesse in qualche modo completare l’iter, chiedendomi a tale fine un supporto. Io risposi che, non avendo competenza, avrei contattato il capo di gabinetto del Ministero dell’Interno, cosa che feci subito».

 

 

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