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Goretzka rompe l’omertà politica dei calciatori: “I neonazisti dell’AFD sono una vergogna”

A differenza della maggior parte dei colleghi che preferiscono non alienarsi il tifo, il centrocampista del Bayern prende una posizione durissima: “noi calciatori dobbiamo usare la notorietà”

I neonazisti contro Leon Goretzka, e viceversa.

Alla faccia del solito cliché del calciatore che non vuole restare invischiato nelle polemiche politiche, soprattutto per non alienarsi pezzi importanti delle tifoserie, il centrocampista del Bayern Monaco e della nazionale tedesca ha pubblicamente attaccato – più volte – l’AfD, il partito di estrema destra tedesco che in queste settimane s’è contraddistinto tra l’altro per le posizioni negazioniste sul Covid. Un suo deputato s’era presentato in Parlamento con una mascherina traforata, e ora è ricoverato in ospedale con sintomi gravi.

Ma la “notizia” è Goretzka. Il quale a 25 anni da un pulpito ultrapopolare come il suo ha preso una posizione molto precisa, e intransigente. La notizia, anzi, è che sia… una notizia. Un calciatore giovane nel pieno della sua carriera, politicamente impegnato.

“La crisi del coronavirus ha reso molto chiaro che tipo di partito sonoEd è una vergogna per la Germania. Già qualche tempo fa ho criticato l’AfD perchè le sue contraddizioni erano evidenti. È un partito appoggiato da gente che nega il coronavirus e che relativizza l’Olocausto. Ma viviamo in una democrazia che niente e nessuno potrà distruggere. E noi dobbiamo approfittare dell’attenzione mediatica che abbiamo per far conoscere questi argomenti e lottare pubblicamente contro di loro”.

Il trequartista del Bayern Monaco ha attaccato Alternative für Deutschland in un’intervista in un’intervista a “Welt am Sonntag”. 

Per la sua chiara posizione, Goretzka è stato attaccato dai sostenitori dell’AfD, ovviamente. Ha recentemente incontrato la sopravvissuta all’Olocausto e cittadina onoraria di Berlino Margot Friedländer.

Parlare con una sopravvissuta dell’Olocausto è stata un’esperienza agghiacciante. Ha portato con sè anche la Stella di David che le avevano appuntato sul petto. E mi ha detto che dipende dalla nostra generazione far sì che quello che è accaduto all’epoca non succeda più e che per questo lei lotta ogni giorno. Non sono un politico, ma un semplice cittadino a cui importa il mondo che lo circonda”.

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