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Colpi di testa e malattie al cervello, ex giocatori e politici scrivono al governo inglese

Nuovo capitolo di una vicenda che in Inghilterra ha colpito la sensibilità di sportivi e politici, che chiedono ulteriori misure preventive

Colpi di testa e malattie al cervello, ex giocatori e politici scrivono al governo inglese
Salvatore Laporta / KontroLab

Il collegamento che c’è tra i colpi di testa e le malattie al cervello è stato provato da diverse statistiche. Per questo motivo, un gruppo di nove ex calciatori stanno chiedendo di intervenire per prevenire problemi di questo tipo. Così hanno scritto una lettera indirizzata al segretario della cultura, Oliver Dowden, come riporta la BBC.

Scriviamo in quanto ex professionisti, che hanno giocato a tutti i livelli del gioco, anche rappresentando la nazionale. L’anno scorso c’è stata la pubblicazione di uno studio che cercava di trovare un collegamento tra i colpi di testa e un aumento dell’incidenza delle malattie degenerative neurocognitive. Mentre scientificamente non è emerso nulla, è confermato che i giocatori sono tre volte e mezzo più esposti a morire di demenza e di altre malattie neurologiche rispetto al resto della popolazione. La FA e l’UEFA hanno pubblicato nuove linee guida da applicare ai giovani calciatori, tra cui il divieto totale di fare allenamenti specifici sui colpi di testa ai bambini al di sotto dei 12 anni e di esporli gradualmente a questo fondamentale. Accogliamo con piacere queste misure, ma pensiamo che non sia abbastanza.

Una lettera dal contenuto simile, firmata da alcuni esponenti politici, è stata mandata a Julian Knight, presidente del comitato DCMS (Digital, Culture, Media and Sport).

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