Bergomi: “Non posso tornare all’Inter per colpa delle mie telecronache”
I tifosi dell'Inter non gli perdonano l'imparzialità, per tutti gli altri i suoi commenti sono invece troppo parziali: "Quando parlo di Inter e Juve nascono sempre problemi"

Beppe Bergomi paga per le sue telecronache. Una carriera da bandiera dell’Inter finita maluccio, poi un’altra carriera da seconda voce a Sky che gli ha bruciato qualche residua speranza di rientrare in società. L’ex capitano nerazzurro parla del ruolo un po’ scomodo nel quale si trova a Radio Nerazzurra: in pratica tutti sanno che tifa Inter, ma i tifosi dell’Inter non gli perdonano l’imparzialità, per tutti gli altri i suoi commenti sono invece troppo parziali. E lui, lì nel mezzo.
“Dico sempre le stesse cose: io nel cuore ho la mia squadra, ma lavoro per una tv che vive di abbonamenti. Loro fanno ricerche di mercato, quando tu firmi un contratto devi andare con le tue conoscenze, essendo più imparziale possibile. Anche la critica è sempre fatta in maniera costruttiva, tutti non li può accontentare. L’anno scorso ho fatto un percorso con l’Atalanta, mi sono divertito tantissimo ma non se n’è accorto nessuno. Se parlo di Inter e Juventus subentrano dei problemi, ma questo lo sa anche l’azienda”.
L’Inter per Bergomi è un capitolo chiuso:
“Per me è finita, nel senso che mi sono messo il cuore in pace. L’ultimo ad averci provato è stato Sabatini. Gli ho detto anche delle incomprensioni del passato, che nascono sempre dalle telecronache. Alla fine, mi ha detto che non c’erano le possibilità e allora mi sono messo il cuore in pace. Chi ci ha provato ancora di più è stato il povero Giacinto Facchetti ma non c’è stato nulla da fare”.
“E’ un argomento abbastanza spinoso, spesso cercano di sorvolare. Io nei miei anni non ho vissuto Calciopoli, ma nel ’98 sentivi che qualcosa non quadrava nel sistema. Non so se sono negazionisti, ma quell’anno la Juventus era talmente forte che poteva vincere anche in maniera diversa. Mi fermo qui”.