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Elodie: «Mamma faceva la cubista e si drogava, non avevamo l’acqua calda. Il passato è la mia fortuna»

Al CorSera: «Ho la terza media e per dirlo ci ho messo anni: mi vergognavo come una ladra. Il fatto di essere ignorante mi fa sentire a disagio. I miei genitori non sono mai andati a parlare con un professore» 

Elodie: «Mamma faceva la cubista e si drogava, non avevamo l’acqua calda. Il passato è la mia fortuna»

Sul Corriere della Sera una lunga intervista a Elodie Di Patrizi, la giovane cantante emersa dal programma televisivo di Maria De Filippi, Amici, ai vertici delle classifiche musicali italiane. Racconta la sua infanzia, difficile, nelle strade di Quartaccio, a Roma.

«I miei si sono separati quando avevo 8 anni ma anche prima non erano felici, a casa non c’era una bella arietta. Mia mamma faceva la cubista, era una ragazza con problemi, mi ha avuta a 21 anni. Entrambi hanno sofferto e non hanno camuffato il loro malessere. Ma per me che ero una ragazzina e lì vedevo così erano dei folli».

Genitori con problemi di tossicodipendenza. Una vita difficile.

«Tornavo a casa e non c’era l’acqua calda, non riuscivo a studiare, provavo a proteggere mia sorella che ha tre anni meno di me: cercavo di non farle capire quanto andassero male le cose. Una situazione che mi creava un nervoso enorme ma non mi ha mai fatto sentire una sconfitta. Potrei fare un film fino ai miei 23 anni con i personaggi della mia vita: solo sul pianerottolo c’erano spacciatori, gente sessualmente promiscua, alcolizzati. Ma tutto il quartiere aveva volti coloriti: osservandoli è come se avessi studiato, ho amato tanti di loro. Mi hanno dato la possibilità di vedere la vita con serenità: tutto si risolve e anche quando soffri è una fortuna, perché stai vivendo».

Esperienze che l’hanno arricchita, dice.

«Ho vissuto un sacco di esperienze anche senza girare. Siamo stati tutti tanto male ma adesso stiamo tutti bene. E sono orgogliosa della mia famiglia: sono frutto della loro storia».

Cresciuta con altre amiche come lei, vissute in situazioni estremamente complesse per delle ragazze giovani, racconta che per un po’ si è vergognata della sua storia.

«Ti senti sporco, questa è la verità. È un contesto che rischia di inghiottirti. Non studiamo, a nessuno gliene frega niente, ma chi ti chiede i voti della pagella? I miei genitori non sono mai andati a parlare con un professore. Io ho la terza media e per dirlo ci ho messo anni: mi vergognavo come una ladra».

E continua:

«Rimpiango moltissimo il fatto di essere ignorante. Mi fa sentire a disagio, anche perché sono stata vigliacca: ho fatto il liceo fino al quinto anno, senza mai essere bocciata. A maggio mi sono ritirata. Non mi sentivo all’altezza per fare l’esame. All’epoca ho fatto la coatta: mi ero inventata una storia del tipo che non avevo bisogno che qualcuno mi giudicasse. Ma avevo solo paura del fallimento e mi ha accompagnata a lungo».

In quartieri come il suo

«servono super scuole, l’unica via d’uscita è lo studio, solo quello. Se studi vedi che ti passa la voglia di fare cavolate: ti si apre un mondo. Ma gli strumenti me li devi dare. Senza, è un attimo che ti trovi a rubare o spacciare».

Lei stessa è stata una ragazza complicata.

«A 12 anni mi facevo le canne tutto il giorno: iniziavo la mattina e finivo la sera. Ho iniziato in seconda media, per stare tranquilla: ero sempre arrabbiata. Facevamo collette con le amiche e quelle erano le mie giornate: al liceo non capivo le lezioni, tornavo a casa e me le facevo di nuovo, tanto nessuno diceva niente. Bevevo anche, uscivo e tornavo alle 7 del mattino, a 15 anni».

A 19 anni è scappata di casa e si è trasferita in Salento, con un uomo.

«Sono scappata di casa perché la situazione era tosta e non sapevo più gestirla. Mia sorella era arrabbiata: quando sono partita ha scoperto tutto. Nei periodi negativi devi tenere botta, ricordare che le cose possono cambiare. Ma io non avevo più voglia di difendermi».

E dichiara:

«Oggi considero il passato la mia fortuna: mi ha fatto vedere la vita cruda fin dall’inizio e non l’ho subìta»

 

 

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