Crosetti: per il governo lo sport non è più per tutti

Il nuovo Dpcm blocca tutti gli sport di contatto, salva solo quelli a livello professionistico, il che in Italia ad esempio significa niente sport femminili

Serie A g

Il governo con il nuovo Dpcm per arginare i contagi da coronavirus ha deciso di bloccare tutti gli sport di contatto a livello non professionistico. Stop alle gare e alle partite, sì solo agli allenamenti in forma individuale senza alcun contatto con i compagni. Maurizio Crosetti su Repubblica sottolinea come questo sia un provvedimento che colpisce in definitiva i giocavi, in maggioranza quelli under 18, considerando che nel nostro Paese ci sono più scuole calcio che scuole medie.

Viene colpita l’idea secondo la quale lo sport è salute fisica e mentale: per l’Onu e l’Unicef è un diritto fondamentale di bambini e ragazzi, ma quelli che li aiutano a praticarlo, compreso il benemerito esercito dei volontari (allenatori, dirigenti, accompagnatori, segretari, addetti) ora si sentono dire che non era poi così importante.

Sarà una situazione difficile, secondo Crosetti, non solo per i ragazzi a cui verrà vietato lo sport, ma anche per le tante società sportive e i tanti allenatori che si vedranno ancora una volta messi in ginocchio economicamente, chissà in quanti riusciranno ad andare avanti.

La polemica che ne viene fuori è quella sul benedetto professionismo che nel nostro Paese è ad appannaggio esclusivo di giocatori di serie A, B e C,  tesserati della serie A di basket, i golfisti e i ciclisti, le donne ad esempio non esistono, in nessun ordine e grado

La legge che disciplina il professionismo sportivo nel nostro paese è infatti vecchia di quasi quarant’anni. Siete donne? E allora fate sport per diletto e diteci ancora grazie.

Correlate