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Niente partite al bar, c’è il coprifuoco. Ma in Spagna “comandano le tv” e gli orari non cambiano

In Inghilterra invece la Premier ha anticipato tutte le partite di 15 minuti per permettere ai tifosi di guardarle al pub. ABC: A Madrid ormai sta chiudendo un terzo dei locali

Niente partite al bar, c’è il coprifuoco. Ma in Spagna “comandano le tv” e gli orari non cambiano
Lo Shamrock Pub, luogo dell'agguato

Una volta capito che il coprifuoco anti-Covid del governo inglese avrebbe cacciato gli avventori dei pub alle 22, prima del termine delle partite di campionato e Coppa di lega, la Premier si è affrettata ad anticipare tutto il calendario di un quarto d’ora. Perché se non possono andare allo stadio, che almeno i tifosi se le guardino davanti a un birra, le partite.

Il problema ora diventa lo stesso in Spagna, ma lì l’approccio è tutt’altro. ABC scrive che “già più di un milione di abitanti di Madrid vive in quartieri dove i bar devono chiudere alle 22, il servizio bar non è consentito e la capienza è limitata al cinquanta per cento. Un triplice provvedimento che potrebbe essere esteso all’intera capitale”.

Gli orari del calcio in Spagna non sono quelli dell’Inghilterra. Il “prime time” inizia alle 21:00 e gli operatori tv che hanno i diritti del campionato spagnolo – che rappresentano la maggiore fonte di guadagno per la Lega – “hanno un peso assoluto nella scelta degli orari”, scrive ancora il quotidiano spagnolo.

“Di solito posizionano almeno una delle tre grandi del nostro calcio nella fascia oraria del fine settimana delle 21 e alle 21:30 per gli infrasettimanali. Basta dare un’occhiata ai prossimi due giorni per verificare questa “tempistica”. Domani Real Madrid-Valladolid è fissata alle 21:30 e giovedì Celta-Barcellona sarà alla stessa ora. Nel fine settimana, domenica alle 21 si giocherà Barcellona-Siviglia. Nessuno di questi tre match può essere visto per intero nei bar delle 45 aree in lockdown”.

Ma non c’è alcun accenno a modificare il calendario. Eppure Mediapro, titolare dei diritti della Lega nei bar spagnoli, stava facendo la sua parte, lanciando la campagna #Salimosaremontar, iniziativa che ha promosso la ripresa del settore della ristorazione con la riapetura del calcio. C’è anche un app, Futbar, che mette al servizio dei propri utenti un sistema di prenotazione e vendita anticipata di bevande. E i bar e i locali stanno pagando la metà della quota di abbonamento per la trasmissione delle partite.

Dallo scoppio della pandemia, in Spagna hanno chiuso più di 50.000 strutture alberghiere delle 300.000 in Spagna, e la previsione è che la cifra aumenterà a 100.000 entro la fine del 2020, un terzo del totale. “Una cifra gigantesca che ha provocato un calo significativo del numero di bar che offrono il calcio, cosa che incide anche sulle entrate della Lega”.

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