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Briatore: “L’altro giorno sono morte 20 persone di Covid e 400 di tumore. Bisogna ripartire”

Al Fatto: “Il vaccino non arriverà. I camerieri del Billionaire avevano le mascherine. I clienti? Non siamo poliziotti, non potevamo sparare alla gente”

Briatore: “L’altro giorno sono morte 20 persone di Covid e 400 di tumore. Bisogna ripartire”

Il Fatto ospita una lunga intervista a Flavio Briatore (di Selvaggia Lucarelli). L’imprenditore ha più volte minimizzato il Covid derubricandolo quasi ad una semplice influenza.

“Non dico questo, però io sono stato in ospedale quando c’erano gli intubati, ho visto cos’era questo virus mesi fa, una cosa terribile. Io ho avuto la febbre due giorni in tutto per il Coronavirus“.

Briatore torna a parlare delle misure di sicurezza adottate al Billionaire.

“Una volta per tutte: il ristorante aveva 170 posti. C’è stata anche la Gismondo a cena da noi sotto Ferragosto. In discoteca abbiamo tagliato da 700 a 300 la capienza massima. In molte discoteche in Puglia o Romagna c’erano migliaia di persone. Le immagini del Billionaire parlano chiaro. I nostri dipendenti avevano le mascherine“.

Non si poteva fare nulla per i clienti, dice.

Non siamo poliziotti, non potevamo sparare alla gente. Ci sono state discoteche con 120 positivi, noi alla fine ne abbiamo avuti 28″.

La Lucarelli gli fa notare che ogni volta che Briatore minimizza sul Covid impartisce una ferita a chi ha perso familiari per il virus. Lui risponde:

L’altro giorno sono morte 20 persone di Coronavirus e 400 persone di tumore“.

Dopo un breve botta e risposta con la Lucarelli al termine del quale Selvaggia lo accusa di essere cinico e di un cinismo che non riesce a digerire perché c’è gente ancora in lutto, Briatore risponde:

“C’è anche gente che ha perso i figli in guerra, dobbiamo ripartire”.

Perché il vaccino non arriverà, ne è certo.

“Il vaccino non arriverà, come non è arrivato per l’Aids. Dobbiamo convivere col Covid, stando attenti a non prendercelo. E cercando soluzioni per non fallire tutti. A Londra ora dobbiamo chiudere i ristoranti alle 22. Ho detto: perdiamo quattro ore di business. Apriamo alle 17. Abbiamo incassato il 10% in meno dell’anno scorso e non licenzio 200 persone”.

 

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