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Trombetti: L’affare Osimhen emblema della bolla speculativa del calciomercato

Con i calciatori di livello medio il Napoli chiude facilmente le operazioni, ma quando si punta a calciatori di livello europeo la società non è in grado di rilanciare in ogni situazione

Il professor Guido Trombetti scrive di Osimhen e della bolla speculativa del calcio oggi su Repubblica. Il calciomercato è diventato un immenso bazar in cui è difficile capire il vero valore di un calciatore che viene osannato dai soliti esperti ben informati. Decifrare l’andamento di una trattativa, scrive Trombetti, è quasi impossibile neanche per i cosiddetti esperti

Mille volontà si incrociano. Quelle dei calciatori. Delle società. Degli agenti-procuratori. Dei mediatori sfusi e a pacchetti.
È quello che sta accadendo al Napoli per Osimhen. Dato per certo al Napoli anche da grandi quotidiani sportivi stranieri. E poi finito nel mirino del Liverpool e del Tottenham. Almeno a quanto si legge in giro sulla stampa nazionale. Una situazione non nuova per il club di De Laurentiis sebbene sia economicamente solidissima
Fin quanto si tratta di scegliere e acquistare calciatori di livello medio, le cose funzionano alla perfezione. La liquidità del Napoli si impone. E l’operazione si conclude con successo. Come nel caso di Petagna. Di Demme. Di Lobotka. Di Politano. I problemi nascono purtroppo quando punta a giocatori di alto livello. La società infatti non è dal punto di vista economico al pari dei cinque o sei più forti club europei, in grado di rilanciare in ogni situazione, mettendo in difficoltà, o meglio fuori gioco, il Napoli.

Appare quasi un gioco al rialzo, in cui il Napoli fa l’esca per attirare le grandi su un calciatore intorno a cui si gioca poi un’asta al rialzo ingiustificata.

Inevitabile porsi la domanda se ciò non sia altro che l’effetto di una bolla speculativa della quale il fenomeno sembra avere tutte le caratteristiche. Si punta su un bene il cui valore aumenta sempre di più . E sempre di più si punta a guadagnare rivendendolo.
Però a un certo punto si ha “ lo scoppio”. I valori del bene artificialmente cresciuto crollano e…. e son dolori. Lo capirà in tempo utile il mondo del calcio ?
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