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Da esubero a certezza, Napoli e Maksimovic: una storia di sliding doors

Due anni fa il club era pronto a venderlo, ora vuole blindarlo col rinnovo. Sarri non lo faceva giocare, Ancelotti l’ha rivalutato, Gattuso gli ha dato continuità

Da esubero a certezza, Napoli e Maksimovic: una storia di sliding doors

La sua storia napoletana prima degli ultimi mesi non ha mai raccontato di costanza, ma di un impiego senza continuità che ne ha sempre fatto dubitare dell’effettivo valore. Oggi però Nikola Maksimovic si sta dimostrando all’altezza del Napoli con prestazioni di alto livello che hanno convinto la società a blindarlo con un importante rinnovo di contratto. È diventato lui il vero insostituibile della difesa azzurra, con gli infortuni di Manolas e Koulibaly che gli hanno fatto raggiungere la stabilità, e così potrebbe essere anche in futuro se il senegalese dovesse essere ceduto al termine della stagione. Stasera dovrà essere lui a guidare il reparto per l’impresa più difficile: limitare l’Atalanta, il miglior attacco della Serie A con 80 reti in 28 gare, quasi tre a partita.

Dopo averlo rincorso per svariate sessioni di mercato, due anni fa era ritenuto un esubero, quando fu mandato in prestito allo Spartak Mosca a gennaio. Sembrava destinato ad essere ceduto, ma Carlo Ancelotti vide in lui una risorsa. Non solo come difensore centrale ma all’occorrenza anche da terzino destro, quando il potenziale offensivo degli avversari era tale da richiedere un maggiore equilibrio. La difesa delle notti di Champions lo vedeva schierato esterno basso per garantire più copertura alla squadra e una marcatura più efficace.

Un assetto che ha sempre funzionato e che ha rivalutato il suo ruolo all’interno della squadra. Naturalmente l’acquisto di un giocatore come Di Lorenzo, perfetto in entrambe le fasi di gioco, ne ha ridotto nuovamente il minutaggio, ma gli infortuni dei compagni gli hanno concesso un’altra possibilità, che sta sfruttando come meglio non si potrebbe.

Così mentre in una stagione e mezzo con Maurizio Sarri collezionò soltanto 16 presenze, furono 28 nella sola annata successiva. Ora è già a quota 20 e sta vivendo il suo miglior momento, coronato con il primo trofeo azzurro, una Coppa Italia che ha vissuto da protagonista e giocando da titolare le partite più importanti. Eppure era stato proprio l’allenatore del record di punti a spingere per il suo arrivo, che si verificò all’ultimo giorno utile in una storia di calciomercato quasi degna della busta vuota depositata da Ferlaino per Maradona.

Una trattativa infinita, durata un anno e tre sessioni di mercato. Petrachi detta le sue condizioni di vendita che non piacciono a De Laurentiis, nel frattempo Ventura ne esalta le qualità e Mihajlovic al suo insediamento in panchina gli fa un discorso da serbo a serbo e lo convince a rimanere. Insomma, non sarebbe dovuto partire nemmeno nell’estate 2016. Ma poi Maksimovic decide di forzare la situazione e non si presenta all’allenamento poco prima dell’impegno di Coppa Italia del Torino a metà agosto. Mihajlovic è una furia, si sente tradito, intanto il difensore scappa in Serbia.

I granata non possono far altro che aprire alla cessione, si raggiunge faticosamente l’accordo con l’inserimento di Valdifiori nell’operazione (più 26 milioni di euro) e a quel punto il giocatore può tornare in Italia. Se non fosse che un allarme bomba lo blocca a Francoforte. Non ci sono i tempi tecnici per svolgere le visite mediche, ma a quel punto poco importa: il Napoli decide di fidarsi dei test svolti dal Torino prima della preparazione e lo tessera così.

Ma questa è un’altra storia ancora. Quella presente e probabilmente quella del futuro lo vedono protagonista in un modo diverso, in campo. Il Napoli l’ha riscoperto, è riuscito a valorizzarlo e ora lo vuole legare a sé. Una conferma conquistata con l’ottimo rendimento espresso. Lo stesso che servirà stasera.

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