La popstar al CorSera: «È un problema che esiste dalla nascita e alla base c’è la differenza razziale, l’idea che certe persone, per il colore della loro pelle, siano più violente o meritino meno attenzione».

Il Corriere della Sera intervista John Legend. La popstar è impegnata nella lotta per i diritti civili. Nel
2014 ha lanciato «Free America», una campagna per la riforma del sistema giudiziario e carcerario. Firma spesso editoriali contro il razzismo. Parla anche di Trump.
«Siamo guidati dalla peggior persona possibile. Non ascolta gli scienziati, non ha empatia e non ha capacità di pianificare strategicamente. C’è stata molta arroganza nel pensare che questo virus non avrebbe riguardato anche l’America».
Il cantante si sofferma sull’omicidio di George Floyd e di un’altra persona di colore ad Atlanta.
«Sono uno che in genere guarda al lato positivo delle cose ma sono arrabbiato. Vedere un’altra persona nera uccisa dalla polizia in quel modo, quei 9 minuti… E continua ad accadere… Il problema prioritario è il rapporto che c’è fra la polizia e la comunità nera. Sembrano volerci controllare, avere paura di noi, aspettarsi atti di violenza più da noi che da altri. È un problema che esiste dalla nascita e alla base c’è la differenza razziale, l’idea che certe persone, per il colore della loro pelle, siano più violente o meritino meno attenzione».