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Il cappio razzista nel box del pilota nero della Nascar non era razzista, e non era un cappio

Le indagini dell’FBI hanno concluso che quello che sembrava un avvertimento a Darrell “Bubba” Wallace Jr era invece una maniglia in corda della porta del garage. E stava lì da un anno

Il cappio razzista nel box del pilota nero della Nascar non era razzista, e non era un cappio

Il cappio non era un cappio. E quindi non poteva essere una minaccia di stampo razzista contro l’unico pilota nero del campionato Nascar, Darrell “Bubba” Wallace Jr. Lo ha stabilito l’FBI a conclusione delle indagini sul ritrovamento a Talladega, in Alabama, di quello che sembrava un avvertimento in stile Ku Klux Klan.

Il cappio era in realtà una corda utilizzata come maniglia di una porta del garage, e si trovava lì dallo scorso anno. Secondo l’FBI, quindi, “non è stato commesso alcun reato federale”. La  maniglia si trovava sulla porta da ottobre 2019, cosa confermata agli inquirenti anche da un dipendente della Wood Brothers Racing, l’ultima squadra ad occupare il box prima di Wallace.

“Bubba” si era schierato apertamente a favore del movimento “Black Lives Matter” e contro l’uso sui circuiti Nascar della tradizionale bandiera confederata, un simbolo del profondo sud schiavista.

Dopo la scoperta del cappio che non era un cappio Wallace era diventato improvvisamente noto anche a chi non segue il mondo delle corse automobilistiche americane, e aveva ricevuto messaggi di solidarietà dagli altri piloti e dalle star dello sport di tutto il mondo.

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