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Dopo 40 anni, lascia il Bayern il medico che faceva le tac con le mani e diede del debole a Guardiola

La stampa tedesca celebra Hans Wilhelm Müller-Wohlfahrt, detto Mull: ruppe anche con Klinsmann. Trapattoni arrivò a far tagliare il gesso di un giocatore, perché non si fidava

Dopo 40 anni, lascia il Bayern il medico che faceva le tac con le mani e diede del debole a Guardiola
Vabbé che in Italia titoliamo sul CTS, il fantomatico Comitato tecnico scientifico, ma in Germania le prime pagine di oggi e domani dei giornali sportivi sono monopolizzate dal grande addio di Hans Wilhelm Müller-Wohlfahrt, detto Mull. Un medico sociale.
Da queste parti il corrispettivo di uno così non ce l’abbiamo, ma abbiamo imparato a odiarlo lo stesso. Perché negli anni 90 mezza Serie A correva a farsi dare un’occhiata nel suo studio di Monaco. Per poi tornare in Italia e trovare il broncio di allenatori e medici che non credevano nel grande luminare teutonico che si paragonava ad un violinista.
Müller-Wohlfahrt lascia il Bayern dopo 40 anni. Ed è per lo sport tedesco un pezzo di storia che se ne va. Perché è una storia, per definizione. Interruppe la sua, di storia, al club due sole volte, intollerabile com’era a Pep Guardiola e Jürgen Klinsmann.
Si narra che Trapattoni, da allenatore del Bayern, una volta fece tagliare il gesso di un giocatore, ricorda la Gazzetta dello Sport: “Non è possibile che tutti quelli che entrano dal dottore escano con le gambe impacchettate”.
Lothar Matthäus, appena prima di concupirne la figlia appena ventenne, sosteneva che il “doc” avesse le dita come dei radar. Anzi era lo stesso medico a tessere le lodi del suo dono tattile: le mani al posto di radiografie, risonanze magnetiche, e tac.
“Con il tatto capisco di cosa si tratta, non sono doti paranormali, ma esercizio ed esperienza. Le mie dita vanno sempre allenate, sono come quelle di un pianista o di un violinista”.
Un personaggio ingombrante, a dir poco. Müller-Wohlfahrt è uno dei più famosi medici tedeschi, indipendentemente dal calcio. Ha lavorato al Bayern dal 1977, ma anche per la nazionale tedesca e per star internazionali come Usain Bolt.
La prima vera lite fu con Jürgen Klinsmann, che quando arrivò sulla panchina del Bayern portò con sé uno specialista per le pratiche sanitarie sportive tutto suo. Müller-Wohlfahrt allora si offese e se ne andò. Rientrò solo a fine stagione quando l’ex attaccante dell’Inter fu rispedito in California dopo l’esonero.
Con Pep Guardiola andò peggio. Mull si dimise il 16 aprile 2015, dopo che il tecnico spagnolo aveva attribuito a lui la colpa della sconfitta del Bayern per 3-1 contro il Porto, in Champions League. In un comunicato, il dottore scrisse che “lo staff è stato accusato di essere il primo responsabile della sconfitta senza motivi plausibili”.
Il Bayern Monaco aveva dovuto affrontare il Porto senza parecchi titolari: fra questi Schweinsteiger, Javi Martínez, Ribéry, Robben, Alaba, e Benatia. Proprio in seguito all’infortunio di Benatia, era circolato molto un video che mostrava Guardiola applaudire sarcasticamente verso qualcuno seduto in panchina: non è chiaro se il suo applauso fosse rivolto a qualche membro dello staff medico.
Già nel libro Pep Confidential: Inside Pep Guardiola’s First Season at Bayern Munich, lo scrittore spagnolo Martí Perarnau aveva spiegato che i rapporti fra Guardiola e Müller-Wohlfahrt non erano affatto buoni. “Guardiola non era contento che Müller-Wohlfahrt avesse mantenuto il suo ufficio a Monaco al posto che al campo sportivo della società, e che nessuno del suo staff fosse presente durante gli allenamenti nel caso capitasse un infortunio. Pep era preoccupato dei lenti tempi di recupero di giocatori come Schweinsteiger e Mario Götze”.
Nel 2018, Müller-Wohlfahrt fece a pezzi il guru del tiki-taka:
Guardiola aveva dei problemi con lo staff sanitario. Mi chiedeva di non far sentire dolore ai giocatori piuttosto che curarli definitivamente, ma questo andava contro la mia filosofia. Mi ha sottovalutato, si sentiva sempre superiore a tutti, pensava di essere più intelligente di chiunque altro, ma scoprì che io ero più grande di lui. Avevo una posizione privilegiata nel club e non poteva sopportare la mia presenza. Così ha colto l’occasione per mettermi in cattiva luce. Guardiola vive nella costante paura di perdere potere e autorità. È una persona con bassa autostima che fa tutto il possibile per nascondere questa sua debolezza.
Lo Spiegel scrive che ora “il 77enne Müller-Wohlfahrt vuole concentrarsi sul futuro. Collaborerà a un progetto scientifico con l’ospedale universitario “Rechts der Isar”. Lo scopo del progetto è quello di sviluppare un programma per computer che utilizza l’intelligenza artificiale per diagnosticare lesioni muscolari utilizzando immagini MRI”.
Le dita del violinista, evidentemente, non bastano più.
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