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Rogo Thyssen, andranno in carcere i manager tedeschi condannati

Cinque anni dopo la sentenza, arriva l’atto di esecuzione per l’amministratore delegato Espenhanh e il manager Pregnitz condannati a 9 anni e 8 mesi e a 6 anni e 10 mesi

Rogo Thyssen, andranno in carcere i manager tedeschi condannati

Sono passati 13 anni dalla strage della ThyssenKrupp. Cinque anni fa una sentenza ha condannato in via definitiva i responsabili, i manager tedeschi Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz ma la sentenza non è ancora stata eseguita. Repubblica scrive oggi che avverrà a breve. L’annuncio è arrivato ieri sera dal procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo:

«l’esecuzione della sentenza in Germania è imminente, questione di giorni» e «sarà una esecuzione senza condizioni, cioè in carcere».

E’ Saluzzo che porta avanti la richiesta di giustizia delle famiglie delle vittime del rogo dell’acciaieria di Torino. Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 morirono Antonio Schiavone, Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo e Bruno Santino.

Nel 2015 furono spediti in carcere gli imputati italiani, Daniele Moroni e Marco Pucci (oggi anche scarcerati), ma nessuna esecuzione della condanna per i due manager tedeschi. I giudici avevano condannato l’amministratore delegato Espenhanh a 9 anni e 8 mesi e il manager Pregnitz a 6 anni e 10 mesi.

“Era iniziata un’odissea giudiziaria tra Italia e Germania, tra traduzioni di sentenze e adeguamenti tra le diverse legislazioni, che hanno visto più volte i guardasigilli che si sono succeduti al governo impegnati a chiedere il rispetto della condanna italiana, pur frenata a 5 anni di carcere, il massimo consentito in Germania per l’omicidio colposo. Il 4 febbraio 2019 il tribunale di Essen aveva riconosciuto la sentenza italiana, confermata il 23 gennaio dall’Alta corte di Hamm”.

L’ordine di esecuzione della pena doveva essere pronto a marzo, ma la pandemia lo ha bloccato. Ora diventerà realtà.

Scrive Repubblica:

Che i dirigenti della multinazionale mettano piede in carcere, a questo punto, sembra scontato. Diverso è prevedere quanto resteranno dietro le sbarre. Dopo aver scontato metà della condanna secondo la norma tedesca potranno accedere alla libertà vigilata e dopo due terzi potranno chiedere la sospensione della pena. E probabilmente anche prima potrebbero chiedere permessi per lavorare all’esterno, come avevano fatto anche i due imputati italiani”.

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