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Simeoni: “Ho perdonato Armstrong, ma deve dirmi se è stato lui a escludermi dal Giro 2009”

A Repubblica il corridore che al Tour 2004 fu “punito” per aver testimoniato contro il sistema del doping: “Mi ha detto di essere stato un fottuto stronzo”

Simeoni: “Ho perdonato Armstrong, ma deve dirmi se è stato lui a escludermi dal Giro 2009”

Terz’ultima tappa del Tour de France 2004, da Annemasse a Lons-le-Saunier, 166 chilometri. Dopo una trentina di chilometri parte una fuga, in sei: Flecha, Fofonov, Mercado, Joly, Garcia Acosta e Lotz. Dal gruppo esce Filippo Simeoni, li va a prendere. Alla sua ruota c’è la maglia gialla, Lance Armstrong. Dopo 14 km d’inseguimento, la fuga è finita. Simeoni al Venerdì di Repubblica, qualche anno fa, la raccontò così:

“Bravo Simeoni, bel numero, mi dice Armstrong per sfottere. Poi va a parlottare con gli altri, in particolare con Garcia Acosta che è il più anziano. E poi Garcia Acosta si lascia scivolare al mio fianco: se Armstrong resta qui la nostra fuga è condannata. Lui dice che se ti stacchi tu si stacca anche lui, il gruppo vi ripiglia e a noi ci lascia andare. Mi sono staccato per non danneggiare dei colleghi, è finita che ha vinto Mercado e il gruppo è arrivato a 11 minuti. Potevo vincere io, o almeno provarci, e Armstrong me l’ha impedito”.

Mesi prima Simeoni aveva testimoniato contro Michele Ferrari, il dottor Mito del doping, e Armstrong l’aveva punito “davanti a tutti”, mimando il gesto di chiudersi la bocca. Simeoni e Armstrong, racconta il corridore laziale a Repubblica, si sono incontrati nel 2013, e l’ha perdonato. Ora che il documentario Espn sul texano sta riportando alla luce la carriera sporca e cattiva di Armstrong, Simeoni torna a parlarne:

“Quell’anno era venuto in Europa a incontrare anche altri ex corridori che aveva danneggiato con il suo comportamento. Quando mi chiamò accettai senza remore. E ora posso dire di averlo perdonato e che non ho più risentimento nei suoi confronti. Si è realizzata una sorta di giustizia divina, ma la sua caduta, le sue vicissitudini giudiziarie, le sue difficoltà finanziarie, beh, tutto questo mi dispiace. Ma c’è un insegnamento. Ha commesso degli errori e dei soprusi, ma ha perso tutto in un attimo. Ha pagato tutto, ogni centesimo di gloria, in sofferenza. Mi fa pena, ma è una storia terribilmente umana. E i giovani devono conoscerla, per non ripetere gli stessi errori”.

Simeoni oggi ha un bar a Sezze (“abbiamo riaperto da poco”), in provincia di Latina, e segue una squadra di ciclismo di ragazzini locali.

“Ci siamo scritti qualche mail, gli ho augurato di uscire presto da tutte le vicende giudiziarie. Posso dire di averne subito il fascino. È un personaggio enorme. E ha tutta la vita davanti ancora. Mi è rimasta una cosa da chiedergli, ancora. Parlo del Giro 2009“.

Quando al rientro dopo il primo ritiro, Armstrong viene invitato con tutti gli onori al Giro e Simeoni, campione italiano in carica, no.

“Avrei voluto sapere qual era stato il suo ruolo in quella decisione, se avesse espresso lui un veto sulla mia presenza. Non riuscii più a trovare motivazioni e volontà per ripartire dopo quella che io considerai un’ingiustizia. È tutto passato, ma questo dettaglio vorrei ancora chiarirlo, se sarà mai possibile”.

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