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Gli “altri” sportivi tedeschi non ci stanno: “Lo Stato vende la salute al calcio, è perverso”

La Faz ha raccolto il malumore dei campioni per i quali il governo non si è mosso: “Valgono solo i soldi, è un mondo decadente”

Gli “altri” sportivi tedeschi non ci stanno: “Lo Stato vende la salute al calcio, è perverso”

Il calcio riprende, e gli atleti degli altri sport non ci stanno a recitare per l’ennesima volta la parte dei comprimari. In Germania la decisione del governo di far ripartire la Bundesliga accende il malumore degli altri professionisti tedeschi, raccolto dalla Faz.

“Lo Stato vende la salute delle persone, e delle persone sofferenti, al calcio. È perverso”, dice Johannes Vetter, lanciatore lanciatore di giavellotti di livello mondiale.

Anche l’ex campionessa mondiale di tiro a segno Christina Schwanitz vede una disparità di trattamento tra calciatori e altri atleti: “Non credo sia bello che il calcio abbia un ruolo speciale per via dei soldi che muove”.

Karl Schulze, due volte campione olimpico di canottaggio, vede ormai il distacco del calcio professionistico dal appassionato di sport: “Il fatto che il calcio non abbia più bisogno di giocare di fronte ai tifosi dice tutto di quanto ormai quel mondo sia decadente”.

E la campionessa europea di tuffi Tina Punzel considera” discutibile” l’utilizzo di migliaia di test per riavviare la Bundesliga.

Il doppio campione olimpico Francesco Friedrich criticato la poca solidarietà tra i professionisti del calcio, ma ci sono anche dei pareri favorevoli. Come quello del campione olimpico di canoa Sebastian Brendel che spera, ad esempio, che il calcio svolga un ruolo pionieristico: “Forse è un buon segno se il pallone torna a rotolare di nuovo. Magari gli altri sport lo potranno seguire”.

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