Il sindaco a Repubblica: «Chi vuole aprire? La Regione o Salvini? E poi mi chiedo: in base a quali dati dicono che Milano non sta messa bene? È un mistero»
Repubblica intervista il sindaco di Milano, Beppe Sala. Sulla richiesta di riapertura avanzata ieri dalla Regione Lombardia al Governo si mostra piuttosto scettico. Se non contrario.
«L’ha deciso la Regione o Salvini? Stanno passando dal terrore sul numero dei contagi di due giorni fa al liberi tutti. Un po’ più di equilibrio non guasterebbe. Guardi, io non sono contrario a rimettere in moto l’economia, perché alla fine si parla di lavoro per tanta gente. Ma devono essere fornite le garanzie adeguate per chi andrà a lavorare. Quello del 4D è uno slogan senza contenuto. Nella D di dispositivi varranno anche i foulard o le sciarpe, come da loro precedente ordinanza?».
Per riportare la gente al lavoro occorrono i test di immunità, dice Sala. Ma la Lombardia è indietro.
«Siccome a Milano non si fanno, oggi ho rotto gli indugi e mi sono accordato con l’ospedale Sacco per farli in autonomia, cominciamo con i 4mila del personale Atm, che lavorano nel delicato settore dei trasporti, e poi vediamo».
Il sindaco parla anche della situazione di Milano.
«Il discorso sarebbe lunghissimo, provo a riassumere. Nel weekend di Pasqua oltre il 95 % dei controlli dimostra che chi era in movimento poteva farlo. C’è molta autodisciplina e io stesso ogni giorno sono ispirato dalla determinazione e generosità dei milanesi. C’è un volontariato che commuove, così come abbiamo un personale sanitario che dimostra il suo valore. Ma ogni giorno, nei bollettini, dicono che a Milano non stiamo messi bene. Ora, con quale criterio ci viene detto questo? Ma quali dati ci vengono forniti? E come li controllo?».
Troppa confusione, denuncia.
«Non è mai stato fatto, per dire, un campione rappresentativo della popolazione da analizzare per definire quale è il reale trend del contagio e come i contagiati abbiamo reagito. Si passa da 3.000 a 8.000 tamponi al giorno nell’intera regione. Cioè, una confusione tremenda. Certo, Regione Lombardia, a partire da Codogno, si è trovata in una situazione difficilissima da gestire, però da qualche tempo mi sembra che stiano tirando avanti alla giornata. Giriamola come vogliamo, ma la gestione sanitaria in Veneto e Emilia-Romagna è stata diversa. Non lo dicono solo i numeri, purtroppo drammatici, dei decessi in Lombardia, ma anche quelli relativi a mascherine, tamponi, test sierologici a disposizione della popolazione».
Sullo scandalo del Pio Albergo Trivulzio:
«Per quanto mi riguarda, il direttore generale del Trivulzio farebbe bene a trarre le conclusioni. Se sei responsabile di una struttura che viene così contestata da medici, infermieri e famiglie, con accuse tremende, dimostrare di non essere attaccato alla sedia dovrebbe essere il minimo».