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Ferlaino: «Maradona avrebbe donato parte del suo stipendio alla gente malata»

Intervista a Libero: «Diego è il giocatore meno interessato ai soldi che io abbia mai conosciuto. Non comprerei mai un giocatore dell’Atalanta»

Ferlaino: «Maradona avrebbe donato parte del suo stipendio alla gente malata»
Corrado Ferlaino

Libero intervista Corrado Ferlaino, storico presidente del Napoli. Tra pochi giorni ricorre l’anniversario del secondo scudetto azzurro, del 1990.

«Si possono comprare buoni giocatori, sostituirli per incrementare il livello, ma senza un fuoriclasse non si può vincere lo scudetto. Noi fummo fortunati, prendemmo uno dei giocatori più forti del mondo».

Su Ronaldo:

«Ma quanti anni ha il portoghese? Se fosse arrivato più giovane… I tifosi si devono accontentare e goderselo».

Sulla Lazio che era in corsa per lo scudetto prima dello stop.

«Bisognerà vedere se ritroverà la forma. La Lazio ha un bel centrocampo e un centravanti eccezionale come Immobile, sempre tra i primi cannonieri. Meritava, anche più dell’Inter, perché stava andando a ritmo altissimo. Sarebbe stato un bel finale, peccato».

Ferlaino spiega qual è la sua posizione rispetto alla diatriba se riprendere o no il campionato.

«Si deve capire quanto dura l’epidemia. Penso che i campionati vadano giocati a ogni costo, ma sarà tutto diverso. Si ripartirà da zero, senza pubblico che per molte squadre è fondamentale».

Gli viene chiesto se Maradona si sarebbe tagliato l’ingaggio o avrebbe litigato come stanno facendo in tanti adesso.

«Diego è il giocatore meno interessato ai soldi che io abbia mai conosciuto, anche perché li guadagnava con grande facilità (ride, ndr). Avrebbe donato parte del suo stipendio alla gente malata».

Sull’addio di Bianchi al Napoli.

«Bianchi era molto severo, i giocatori non ne potevano più. Nel calcio bisogna essere rigidi, ma entro certi limiti. Firmò un contratto con la Roma, senza avvisarmi: la cosa mi indispettì molto, lui rimase fermo un anno. Bigon capiva le esigenze dei calciatori, era adatto a quel Napoli».

Su Ancelotti e l’esonero dal Napoli.

«Bisognerebbe essere nello spogliatoio per saperlo. Da quello che leggo, né Ancelotti né De Laurentiis erano molto popolari nel gruppo».

Ferlaino ricorda l’episodio della monetina contro Alemao, che fruttò l’aggancio al Milan, poi sorpassato.

«È molto semplice, all’epoca c’era un regolamento: l’Atalanta doveva perdere la partita a tavolino. La monetina fece uscire il sangue dalla testa di Alemao: non era una gran ferita, ma il giocatore rimase traumatizzato».

E rifiuta di rispondere alle accuse di furto mosse da Van Basten.

«Non rispondo mai ai giocatori, che per me rimangono tali per tutta la vita. Alcuni diventano bravi allenatori, ma sono pochissimi».

Sull’Atalanta:

«L’Atalanta è un miracolo, fa sembrare ogni giocatore un campione. Ilicic non ha mai messo in mostra questi numeri: è merito del club, dell’allenatore. Se fossi un presidente di serie A, però, non prenderei mai un giocatore della Dea: non si ripetono mai lontano da Bergamo».

E conclude con un elogio a Mancini.

«Credo molto nel lavoro di Roberto Mancini, il miglior ct che poteva avere la nostra Nazionale. Ci darà grandi soddisfazioni e farà bene al movimento».

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