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Altri trenta morti (in una settimana) al Pio Albergo Trivulzio. La cappella adibita a obitorio

Su Repubblica. Tutti deceduti senza tampone. Il direttore ha chiesto un report dettagliato sulle bare. La Procura ha aperto un’inchiesta

Altri trenta morti (in una settimana) al Pio Albergo Trivulzio. La cappella adibita a obitorio

Il caso del Pio Albergo trivulzio viene preso in carico dal governo. Repubblica scrive che il ministro della Salute Roberto Speranza e il suo vice Pierpaolo Sileri hanno deciso di inviare gli ispettori presso la celebre casa di riposo milanese. Settanta gli anziani morti nel silenzio generale solo nel mese di marzo, tutti con i sintomi del virus e tutti lasciati senza tamponi. Un caso terribile, sul quale la Procura di Milano ha già aperto un’inchiesta. L’ipotesi di reato è diffusione colposa di epidemie e omicidio colposo.

Nella struttura, compresa sia la Rsa sia la riabilitazione, sono morti solo a marzo, in piena emergenza coronavirus, 70 anziani. Ma gli ospiti qui continuano a morire: solo nella prima settimana di aprile se ne sono aggiunti altri 30, 26 nella casa di riposo e 4 temporaneamente nella struttura riabilitativa. Dove però i ricoveri sono stati bloccati a metà marzo, per via del rischio contagio, quindi i pazienti presenti sono “solo” 242 rispetto ai 350 di capienza normale.

Scrive il quotidiano:

“L’obitorio del Pat è una stanza di sofferenza piena di lenzuoli bianchi arrotolati, sdraiati uno accanto all’altro. Altre sale, inclusa la cappella dei funerali, sono state adibite a ricovero provvisorio di bare. Ognuna con un foglio, un nome, una storia. Nessuno, qui, ha fatto il tampone: che siano vittime del virus è, però, per la maggioranza quasi una certezza. Il direttore generale del Pat, Giuseppe Calicchio, in una mail ha chiesto «con estrema urgenza» alla sua prima linea di avere un «dettaglio puntuale» sul numero di salme «ancora da porre in cassa» e «per ciascuna la data di decesso»”.

Il bilancio non è definitivo. Non vi sono compresi gli anziani che sono stati mandati a casa o ricoverati e che solo in un secondo momento sono stati trovati positivi o sono morti.

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