Il Fatto intervista Sergio Romagnani, ex ordinario di Immunologia clinica a Firenze. Il problema sono gli asintomatici da scovare soprattutto al sud dove ci sono ancora pochi contagi
Il Fatto intervista Sergio Romagnani, ex professore ordinario di Immunologia clinica all’Università di Firenze. Ha proposto alla Regione Toscana di estendere i tamponi per verificare il contagio da Covid-19 anche agli asintomatici. Ieri il governatore Enrico Rossi ha annunciato di aver acquistato 500mila test e di aver avviato uno screening di massa.
E’ impossibile fare il tampone a tutta la popolazione, spiega Romagnani. Si deve partire da alcune categorie di lavoratori, come medici e personale sanitario, operatori delle forze dell’ordine e dipendenti dei supermercati. Persone che in questo momento sono sane e che stanno lavorando ma che rischiano di essere infettate per il 50-60% e di trasmettere il virus, come dimostrano studi effettuati in Corea del Sud e in Cina.
Soprattutto, poi, lo screening andrebbe fatto nelle Regioni che ancora non hanno un numero elevato di casi come la Lombardia.
“Toscana, Umbria, Abruzzo, Campania, ad esempio. Per ora in tutte le Regioni del Sud, dove se in questo periodo di quarantena si identificheranno gli asintomatici infettati si riuscirà a evitare le situazioni drammatiche che si stanno verificando in alcune città della Lombardia”.
Si tratterebbe di una procedura assolutamente sostenibile dal punto di vista economico se paragoniamo il costo del tampone a quello della terapia intensiva.
“Un tampone costa 30 euro in media. Tenere un paziente per 20 giorni in terapia intensiva costa tra i 2.500 e i 3 mila euro al giorno, e alla fine si arriva a 60mila euro. Faccia lei. E poi pensi solo ai danni che questa situazione sta arrecando alla nostra economia”.
Naturalmente, serve personale che sappia effettuare il tampone, oltre alle attrezzature necessarie.
“Sono sicuro che la nostra Protezione civile saprebbe ovviare al problema”.
