Bernardeschi va in ritiro volontario: devo giocare, ma voglio proteggere la mia famiglia

Siamo passati in pochi mesi dal ritiro punitivo (e agli ammutinamenti) al ritiro precauzionale: l'Uefa fa andare avanti le coppe e il centrocampista della Juve non vuol contagiare i familiari

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Appena in autunno il Napoli si ammutinava per non tornare in ritiro, dando il via alla crisi che tutti conosciamo. Sono passati pochi mesi, il mondo è letteralmente cambiato per l’epidemia di coronavirus, e ora il ritiro diventa una forma “volontaria” di protezione dei propri cari.
Federico Bernardeschi si isola dalla famiglia. Deve continuare a giocare, perché nonostante il blocco totale in Italia l’Uefa va dritta e non si smuove: le coppe vanno avanti. Per cui la Juve continua la preparazione, e il centrocampista bianconero non potendo chiudersi in casa come vorrebbe il decreto, preferisce chiudersi… nello spogliatoio.

“Sono giorni che vivo uno stato d’animo di confusione e di incertezza di riflessione per quello che sta accadendo – scrive su Instagram – So bene che la cosa migliore da fare per tutti quanti in questo momento è seguire le direttive del Governo, stare a casa, ridurre al minimo il rischio di contagio. È quello che vi invito a fare, mentre noi scenderemo in campo, ancora, per provare a distrarvi un po’, regalandovi qualche ora di spettacolo. Sappiate che noi siamo controllati, anche se è ovvio non privi di rischi e ho deciso per questo di andare in ritiro domani anche per tutelare la mia famiglia e, in generale, limitare al massimo le possibilità che accada qualcosa”.

 

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Credo sia giunta l’ora di mettermi in primo piano in questo momento difficile. Ho pensato di fare la mia parte, lanciando una raccolta fondi a supporto della città di Torino e di tutto il Piemonte. Così come stanno facendo per la Lombardia e per altre Regioni d’Italia, mi unisco alla causa e vi chiedo di contribuire con me per aiutare tutto il nostro Paese ad uscirne quanto prima. Ho attivato una raccolta a favore dell’Ospedale Humanitas Gradenigo, che come molti altri sta gestendo questa emergenza. Le donazioni ricevute contribuiranno all’attivazione di nuovi posti letto di terapia sub-intensiva, in particolare con l’acquisto di ventilatori portatili, monitor e altre attrezzature necessarie. Per donare trovate il link in bio e nelle stories. È fondamentale il contributo di tutti, anche minimo, insieme e uniti possiamo vincere la partita più importante del Paese, anche soltanto condividendo questo messaggio. Sono giorni che vivo uno stato d’animo di confusione e di incertezza, di riflessione per quello che sta accadendo. So bene che la cosa migliore da fare per tutti quanti in questo momento è seguire le direttive del Governo, stare a casa, ridurre al minimo il rischio di contagio. È quello che vi invito a fare, mentre noi scenderemo in campo, ancora, per provare a distrarvi un po’, regalandovi qualche ora di spettacolo. Sappiate che noi siamo controllati, anche se è ovvio non privi di rischi e ho deciso per questo di andare in ritiro domani anche per tutelare la mia famiglia e, in generale, limitare al massimo le possibilità che accada qualcosa. #coronavirus #HumanitasGradenigo

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