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Galliani: «Qualche settimana fa Berlusconi mi ha chiesto perché non avessimo comprato Suso…»

L’amministratore delegato del Monza a Repubblica: «Io della B non parlo finché non ci saremo arrivati. Ma il sogno è arrivare a sfidare la Juventus in Serie A»

Repubblica intervista Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza. La squadra ha 16 punti di vantaggio sulla Carrarese a 11 giornate dalla fine del campionato. Una promozione in B in tasca, praticamente, ma lui si dice scaramantico.

«Io della B non parlo finché non ci saremo arrivati. Al Milan, gli alberghi per la finale di Coppa Campioni non si prenotavano mai prima di aver passato la semifinale. Così finiva che le nostre avversarie erano in centro e noi in certi casermoni all’aeroporto. Ma la scaramanzia è una cosa seria».

Galliani racconta la chiamata di Berlusconi al momento dell’acquisto del Monza, l’avventura “romantica”, come l’ha definita qualche settimana fa. E ricorda di quando, da piccolo, la madre lo portava allo stadio proprio a guardare giocare il Monza, la squadra della sua città.

«Mia madre mi portava con lei allo stadio a vedere il Monza, la prima volta avrò avuto 5 anni. L’ho persa che ne avevo 14. Il Monza per me è questa roba qua. Sentimento. Un giorno andai alla partita con l’uragano per paura che non la rinviassero. Nel 1960 giochiamo gli spareggi per salvarci con il Taranto. L’autostrada del Sole arrivava fino a Bologna. Facemmo in tempo a vedere il secondo tempo, festeggiare lo 0-0 che serviva e tornare indietro con il bandierone: 24 ore in pullman e 45 minuti allo stadio».

Al momento dell’acquisto il club era fallito.

«Parliamo di un club fallito nel 2015. Strutture disastrose, un centro d’allenamento da rifare, uno stadio inagibile che quasi ci costringeva a giocare – sa dove? – a Gorgonzola. Abbiamo speso 5 milioni. L’erba era così alta che sembrava la foresta della Malesia. Sotto abbiamo trovato una macchina con una targa inglese, chissà chi l’aveva lasciata lì».

Ora l’obiettivo è arrivare a sfidare la Juventus in Serie A, entro un anno e mezzo, dichiara.

«Se uno ha degli obiettivi, deve dichiararli. Qualche settimana fa Silvio Berlusconi mi ha chiamato: Adriano, mi fa, Suso è andato via dal Milan: perché non lo abbiamo preso noi? Ma fermiamoci qua che poi ci prendono per matti. Pensiamo alla C. Negli anni 70 quando il Monza stava per andare in A, stampammo un libro celebrativo in anticipo, insieme a un disco con le radiocronache di Ezio Luzzi. È diventato il nostro Gronchi rosa. Almeno valesse la stessa cifra…».

 

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