Il presidente della Fiorentina al CorSport: “Sono un battagliero, ho imparato da mio padre e mia madre. Aspetto certe scuse. La Fiorentina è la mia grande famiglia”
Il Corriere dello Sport intervista Rocco Commisso, presidente della Fiorentina. Dopo la partita con la Juventus ha rilasciato aspre dichiarazioni contro i favori arbitrali ai bianconeri, sempre più ricorrenti. Al quotidiano sportivo conferma che non si è trattato di uno sfogo contro il club di Agnelli.
“Non si è trattato di un’esternazione ad personam, rivolta alla Juventus. L’ho detto subito, l’ho fatto per il calcio italiano, che poi è quello che viene esportato nel mondo”.
Ha spiegato che la sua è una richiesta di uniformità di giudizio, non di aiuti a favore dei viola.
“La mia non è stata una richiesta di favori per la mia squadra, quanto una maggiore uguaglianza nel metro di giudizio”.
E comunque non se ne è pentito.
“E perché mai? Io sono un battagliero, la mia forza, da sempre, è stata proprio quella di non tirarsi indietro di fronte a niente. L’ho imparato da mio padre, che è stato prigioniero per cinque anni in guerra. E anche da mia mamma, venuta meno all’età di 97 anni e fino a 95 indipendente sotto tutti i punti di vista, dal vivere da sola fino alla gestione quotidiana della casa. Aspetto certe scuse”.
Commisso racconta che anche sua moglie Catherine si è indignata per quanto accaduto.
“Mi ha detto queste parole: ‘Ma che succede?’. Perché quanto accaduto a Torino è stato solo l’ultimo degli episodi”.
Il presidente parla della Fiorentina come di una grande famiglia.
“Sono la mia grande famiglia. Quando li vedo, li abbraccio sempre tutti, ho fatto così anche coi nuovi, non appena ci siamo conosciuti, perché credo che possa essere un valore aggiunto. Sono un po’ tutti figli miei. Ed è bello così”.