Dal Pino, nuovo presidente della Lega, è visto come l’uomo dei ricavi. Per lui fa il tifo il calcio professionistico che era stato escluso dalla torta
Con l’elezione di Del Pino a presidente della Lega Calcio, scrive Il Fatto Quotidiano,
“Lotito batte Agnelli 3-0”
Non si tratta propriamente di un outsider, ricorda il quotidiano di Travaglio.
“non tutti ricordano che nei mesi scorsi i cacciatori di teste avevano individuato in Dal Pino un possibile amministratore delegato per la Lega di A, cioè “un manager per aumentare i ricavi”, secondo la definizione un po’ brutale ma efficace di Lotito”.
A remare contro di lui fu l’allora commissario straordinario Malagò, che gli preferì De Siervo.
Dal Pino è stato eletto con soli 12 voti, la sua partenza è in salita, ma il piano di Lotito e soci sta prendendo forma, scrive Il Fatto.
“La partenza è in salita. Il piano di Lotito e soci, però, sta prendendo forma: i poteri del presidente di Lega sono limitati oggi a un’attività di coordinamento e di rappresentanza, tutto quello che conta davvero è nelle mani dell’ad. Forte di un contratto con scadenza 2021, De Siervo non ha intenzione di mollare, mentre l’obiettivo è quello di depotenziarlo, cambiare lo Statuto e trasferire al neo presidente deleghe e competenze per la parte economico-finanziaria. A cominciare dalla guerra Mediapro-Sky per la grande abbuffata dei diritti tv”.
Per Dal Pino, visto come l’uomo dei ricavi,
“fa il tifo tutto il calcio professionistico, pronto a chiedere una fettina in più di “torta””
comprese la Serie B (“poche idee ma sempre a caccia di soldi) e la Serie C.
“Di fronte a interessi malcelati e quasi sempre egoistici, in una strana alleanza che fa storcere il naso ai rispettivi ultras, pur di far vincere il suo candidato, Claudio Lotito è andato a braccetto con la Roma e con l’eterno rivale Aurelio De Laurentiis con il quale condivide anche il problema delle multiproprietà (la Salernitana per il patron della Lazio, il Bari per quello del Napoli, ma su questo è la Figc che decide)”.
Se riuscirà nella sua opera, Dal Pino riuscirà a convincere anche chi non lo ha votato.
“Nell’alleanza anti Dal Pino non mancano pezzi da novanta e reparti di artiglieria pesante: Urbano Cairo, che oltre al Torino, è proprietario di Gazzetta dello sport, Corriere della Sera e La 7 ; Antonello e Marotta, gestori dell’Inter con i capitali cinesi; Andrea Agnelli, presidente della Juventus e membro dell’Esecutivo Uefa. Almeno in quest’ultimo caso, in un mondo di interessi ma pur sempre di passioni sportive, Dal Pino parte con un vantaggio da non sottovalutare: una provata e indiscussa fede juventina”.