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Carotenuto: Il Napoli rinnega la vocazione internazionale e torna tribale

Sul CorSport: De Laurentiis ha deciso di fare tabula rasa con l’esperienza di Ancelotti e Benitez per assecondare il popolo che da tempo era stufo di arrivare sempre secondo

Carotenuto: Il Napoli rinnega la vocazione internazionale e torna tribale

Angelo Carotenuto sul Corriere dello Sport parte dal costoso mercato di riparazione del Napoli e dallo smantellamento che arriverà a giugno per darne una lettura differente.

Rafa aveva nella testa un principio che lo ispirava ma che finì per tagliargliela, la testa. L’idea che Napoli e i napoletani, per vincere, dovessero smetterla di percepirsi come speciali o unici, i Gennarielli di Pasolini. Dovevano essere più globali e meno tribali. Aveva ragione lui. Quando Napoli vince, lo fa col respiro internazionale di Paolo Sorrentino ed Elena Ferrante.

Il gioco degli opposti è sempre stato il preferito del presidente De Laurentiis che non è mai riuscito a portare a termine fino in fondo nessuna rivoluzione.

Nella preoccupazione di seguire l’onda popolare e fare tabula rasa con l’esperienza di Ancelotti, questo è il momento di rinnegare ogni vocazione internazionale, per rifugiarsi nella rassicurante certezza della propria dimensione.

Per questo via i calciatori di respiro internazionale arrivati con Benitez, Callejon, Mertens e dentro la nuova spesa fatta dal Verona come con l’Empoli ai tempi di Sarri. I nomi di questo mercato, sottolinea Carotenuto, chiariscono qual è il percorso imboccato dal Napoli.

Amrabat, Rrahmani e Kumbulla – se verrà – sommano in tre una ventina di partite internazionali, in due appartengono a Paesi che non hanno mai giocato i Mondiali. La strada che il Napoli ha scelto è chiara. Del resto, da tempo a Napoli erano stufi di arrivare sempre al secondo posto.

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