Ziliani: le storie di insubordinazione, nel calcio, finiscono sempre a schifìo
Sul Fatto Quotidiano. E' stato così. Si finisce sempre con un pugno di mosche in mano e le macerie sul campo

Tra non molto, scrive Paolo Ziliani sul Fatto Quotidiano, i tifosi del Napoli si troveranno a dire che “è tutto finito a schifìo”. E’ la logica conclusione dell’affare ammutinamento, che da martedì riempie tutto ciò che circonda il Napoli.
I giocatori si rifiutano di tornare in ritiro e rientrano ognuno a casa sua. Ancelotti viene “scavalcato e delegittimato”, De Laurentiis minaccia le vie legali contro i ribelli e ordina al tecnico un altro ritiro.
Le storie di insubordinazione, sul pianeta Pallone, scrive, lasciano solo macerie sul campo. Lo dice la storia.
A Napoli il precedente è quello del comunicato letto da Garella l’11 maggio 1988. Il Napoli aveva appena buttato al vento lo scudetto. Recitò, a nome dei compagni, che l’unico problema della squadra era stato il rapporto mai esistito con l’allenatore, di cui la società era pure stata informata.
Il risultato fu la frattura insanabile tra la società (schierata con l’allenatore) e i giocatori e l’epurazione di Bagni, Ferrario, Giordano e Garella. Ma lo scudetto ormai era andato.
Un ammutinamento con tanto di comunicato ci fu anche nei Mondiali in Sudafrica, nel 2010. Interessò la Francia. La Federazione aveva squalificato Anelka per aver insultato il ct Domenech durante l’intervallo di Francia-Messico. Il giorno dopo arrivò il comunicato dei calciatori che si dissero contrari. Le cose peggiorarono, con Evra, il capitano, che venne alle mani con il preparatore Duverne, considerato la spia di Domenech e la Francia che perse l’ultima partita col Sudafrica e se ne tornò a casa senza niente in mano.
Ai mondiali del 2018 i calciatori dell’Argentina, compreso Messi, si sono ammutinati contro il ct Sampaoli ritenendolo inetto e inadeguato. Hanno giocato in autogestione, scrive Ziliani, fino ad essere stati eliminati agli ottavi dalla Francia.
C’è anche chi, anche per dissidi interni, non si è proprio qualificata ai Mondiali, come l’Italia di Ventura.
Dopo la partita con la Macedonia, i calciatori si riunirono senza ct, la formazione di Italia–Svezia fu spedita dal tecnico ai giocatori via WhatsApp. Finì con De Rossi che si rifiutò di entrare in campo chiedendo a ventura di mandarci Insigne, visto che si doveva vincere. Anche in quel caso finì a schifìo.