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Tardelli: il sindaco di Verona avrebbe dovuto scusarsi con Balotelli

Su La Stampa. Meglio dire di no senza se e senza ma al razzismo e ai suoi stupidi interpreti per difendere davvero la sua città e soprattutto per onorare il calcio che amiamo

Tardelli: il sindaco di Verona avrebbe dovuto scusarsi con Balotelli

Su La Stampa, Marco Tardelli scrive su Mario Balotelli.

Il pallone che a scaraventato “contro gli incivili e gli ignoranti” che frequentano gli stadi, dice, è un calcio al razzismo. Ha messo a nudo un problema

“troppo a lungo sminuito e vissuto con un’indifferenza che ci rende tutti, nessuno escluso, colpevoli quanto quegli imbecilli”.

Quel calcio, come l’immagine di Dzeko che chiede aiuto ai tifosi della Roma in Roma-Napoli, “ci hanno indicato la strada”. Sono i giocatori a dover schierarsi apertamente contro ciò che accade. A dover prendere una posizione.

Poi Tardelli si rivolge al sindaco di Verona, Federico Sboarina e alla sua proposta di diffidare Balotelli e chi attacca Verona infamandola ingiustamente.

“Nessuno di noi si permette di definire la “sua” città razzista. Ma forse era meglio porgere delle scuse a Balotelli e non sostenere invece che la notizia non esiste”.

Ricorda che allo stadio il sindaco era presente, e prima ha detto di non aver sentito niente, poi, dopo la visione di un filmato, ha ammesso che c’era stato qualche buu ma non tanti da poterli definire cori razzisti.

“E allora caro sindaco come definisce le Brigate gialloblù che devastarono molti anni fa la città di Brescia? O le svastiche, le croci celtiche in bellavista e i saluti romani inneggianti al fascio nel suo stadio? Se lo ricorda quel manichino nero penzolare dalla curva sud per dare il benvenuto a Michael Ferrier acquistato dall’Hellas e poi mai arrivato”.

Piuttosto che fare quell’uscita televisiva “molto superficiale e francamente di cattivo gusto” in cui ha finto di restituire il pallone a Balotelli, il sindaco avrebbe fatto meglio a chiamarlo al telefono.

“Meglio dire di no senza se e senza ma al razzismo e ai suoi stupidi interpreti per difendere davvero la sua città e soprattutto per onorare il calcio che amiamo”.

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