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La Fifa ai procuratori: le nuove norme servono a ridurre gli abusi e gli eccessi del calcio

La Federazione risponde a Mino Raiola, Jonathan Barnett e Roger Wittmann, che avevano giudicato le nuove norme in materia di procuratori “anticoncorrenziali e illegali”

La Fifa ai procuratori: le nuove norme servono a ridurre gli abusi e gli eccessi del calcio

Secondo quanto riporta Associated Press, gli agenti Mino Raiola, Jonathan Barnett e Roger Wittmann, si sono lamentati con la Fifa per non essere stati consultati sul nuovo regolamento in materia di procuratori. I tre sono stati protagonisti dei principali affari di mercato degli ultimi anni. Pensano che le nuove regole siano “anticoncorrenziali e illegali”.

Con le nuove norme, che dovrebbero entrare in vigore dal 2021, le commissioni degli agenti in seguito ai trasferimenti saranno limitate a un massimo del 10% della cifra dell’operazione, quando agiscono per conto del club venditore.

La Fifa ha risposto loro spiegando che il nuovo regolamento si è reso necessario per mettere un freno ai trasferimenti eccessivi e troppo esosi. La spesa del 2018, infatti, è stata di più di 7 miliardi di dollari.

La Fifa, in particolare, ha spiegato che prima di arrivare alle nuove norme c’è stato “ampio processo di consultazione” con le parti interessate, anche con i procuratori. E che il tetto massimo alle commissioni è stato inserito per

“proteggere l’integrità del sistema e ad applicare una regolamentazione ragionevole”.

Tutte le nuove misure sono volte a

“migliorare la trasparenza, a proteggere il benessere dei giocatori, a migliorare la stabilità contrattuale e anche ad aumentare gli standard professionali ed etici”.

L’intento è, scrive la Fifa, di

“eliminare o almeno a ridurre le pratiche abusive ed eccessive che purtroppo sono esistite nel calcio. Lungi dall’essere anticoncorrenziali o in alcun modo illegali, le misure proposte dalla FIFA sono moderate, ben ponderate e ragionevoli. Si tratta di inquadrare una regolamentazione responsabile e ragionevole al fine di contenere gli eccessi del “libero mercato” e, nel farlo, di proteggere gli interessi del calcio”.

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