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I tifosi urlano all’arbitro donna di andare a cucinare. La società: chiedete scusa o cambiate squadra

E’ accaduto il 2 novembre nella partita Vianney-Lenci Onlus, campionato Under 16 provinciale. Il Giudice Sportivo multa il club, che però condanna duramente l’episodio

I tifosi urlano all’arbitro donna di andare a cucinare. La società: chiedete scusa o cambiate squadra

Sul Corriere Torino l’ennesimo episodio di discriminazione avvenuto su un campo di calcio dilettantistico. Questa volta ai danni di un arbitro donna.

E’ accaduto sabato 2 novembre. Nel campionato Under 16 provinciale. La partita incriminata è Vianney-Lenci Onlus. Arbitra Alessia Ghione, della sezione di Asti. Finisce 4-0 con tre cartellini rossi rifilati ai calciatori della Lenci, che, evidentemente, i tifosi non gradiscono.

Dagli spalti si alzano battute in direzione dell’arbitra.

«Datti al cucito», «Torna in cucina»

Il Giudice Sportivo li ha catalogati come insulti razzisti e ha inflitto alla Lenci una multa da 50 euro,quanto si ritiene giusto nella categoria dilettantistica, ma la Lenci Onlus non difende i propri sostenitori. Anzi.

Il presidente della società, Davide Baglio, condanna duramente l’accaduto:

«Ovviamente non è possibile essere presente a tutte le partite, dopo questo incontro abbiamo saputo di un po’ di tensione. Poi quando abbiamo letto il Comunicato Ufficiale abbiamo effettuato delle indagini interne e purtroppo abbiamo scoperto che queste offese sessiste ci sono effettivamente state, forse anche più gravi di quelle riportate. Un atteggiamento che condanniamo con forza».

Baglio spiega che la Lenci scriverà una lettera di scuse alla Federazione e all’arbitro e che incontrerà a breve i responsabili, già identificati.

«Valuteremo la loro reazione. Se non dovessero essere intenzionati a tornare sui propri passi allora saremo pronti ad allontanarli dalla società. Chi non condivide i nostri valori di sviluppo e promozione sociale può portare i propri figli a giocare altrove».

Baglio continua:

«A volte le società dilettantistiche si trovano quasi ad essere ricattate dai genitori dei ragazzi, soprattutto quelli tecnicamente più bravi. A noi non interessa avere un punto in più in classifica o un trofeo in bacheca, per noi il calcio è uno strumento per combattere le discriminazioni e gli atteggiamenti non adeguati. La nostra Onlus è nata per questo. Quindi vogliamo tutelare la nostra immagine, ma soprattutto i valori in cui crediamo e per cui lavoriamo giorno dopo giorno».

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