Il quotidiano: “Il giocatore della Juventus è in una posizione innaturale. Per il regolamento è rigore, l’arbitro non è nemmeno andato al Var”
“Qualcuno ci spieghi le regole del fallo di mano in area di rigore”, è questa la richiesta del vicedirettore Alessandro Barbano sulle pagine del Corriere dello Sport. Il riferimento è all’episodio avvenuto in pieno recupero di Juve-Bologna. De Ligt colpisce la palla con un gomito in piena area di rigore, Irrati si consulta con il Var e non concede il rigore
i casi sono due: o hanno sbagliato, e sarebbe gravissimo che una simile decisione fosse stata assunta senza la verifica al monitor delle immagini da parte del direttore di gara; oppure il criterio della volontarietà è uscito dalla porta ed è rientrato dalla finestra.
Barbano cita espressamente il regolamento in vigore che riporta anche il caso in questione
in cui un calciatore commetta un fallo di mano calciando maldestramente la palla addosso mentre cade: in tal caso, secondo la circolare degli arbitri, devono applicarsi due criteri interpretatitvi in contraddizione tra loro. Il primo sostiene che non è rigore “se la palla proviene direttamente dalla testa o dal corpo (compresi i piedi dello stesso calciatore)”. Il secondo che non è rigore se le braccia si trovano “tra corpo e terreno per sostenere il corpo, ma non estese lateralmente o verticalmente lontane dal corpo”.
Barbano precisa che il braccio di De Ligt è chiaramente in una posizione innaturale e distante dal corpo e che continua ad esserci troppa confusione sull’argomento, cosa che non fa altro che causare errori. Sarebbe stato quanto meno auspicabile che il direttore di gara si fosse preso il tempo di osservare personalmente le immagini, il che non avrebbe dato nessuna certezza della bontà della decisione, ma avrebbe garantito un approfondimento.