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Popi Bonnici: “I razzisti negli stadi? Si possono fermare con la tecnologia, come Juve e Sassuolo”

Repubblica intervista il regista sportivo curatore della regia unica della Serie A: “Nel 2011 presentai alla Juve la demo di un sistema di telecamere per il riconoscimento degli spettatori sugli spalti”

Popi Bonnici: “I razzisti negli stadi? Si possono fermare con la tecnologia, come Juve e Sassuolo”

Repubblica intervista Popi Bonnici, regista sportivo e curatore della regia unica della Serie A. L’argomento è come combattere il razzismo negli stadi.

Ieri la Figc ha proposto al governo di introdurre il riconoscimento facciale per individuare gli artefici dei cori razzisti. Bonnici racconta che, nel 2011, presentò alla Juventus la demo di un sistema di telecamere che consentivano il riconoscimento degli spettatori presenti sugli spalti.

“Telecamere che la società ha comprato in seguito, trovandole molto performanti: ne ha installato un numero che definirei rilevante e che oggi consente alle forze dell’ordine, uniche abilitate a usarle, immagini ad altissima risoluzione”.

Non si tratta di un sistema utilizzato solo dai bianconeri:

“Anche a Reggio Emilia dal Sassuolo è stato fatto stesso lavoro, con un’altra azienda. Una è una realtà del tutto italiana, l’altra una società tedesca: sono tecnologie nate per i casinò dove serve guardare anche le rughe delle mani”.

Sono però ancora pochi i club italiani ad avere una tecnologia simile.

“queste telecamere non hanno nulla a che fare con quelle della tv. È compito delle forze dell’ordine gestire la videosorveglianza”.

E Bonnici va avanti:

“Credo che chi va allo stadio debba solo pensare a divertirsi, trovo inaccettabile che si debba discutere perché qualcuno occupa il nostro posto. Sull’aereo o in treno chi lo occupa viene portato fuori dal mezzo. Perché allo stadio no? Serve almeno poterli identificare e le telecamere più evolute lo permettono. Con i sistemi più obsoleti invece si fa fatica addirittura a riconoscere i gruppi di persone”.

Dunque è un bene aprire al riconoscimento facciale?

“Purché sia limitato all’esperienza dello stadio. Sul tema c’è grande polemica, per via della tutela della privacy. Dobbiamo fare una scelta: più sicurezza o più privacy. Il confine è molto labile”.

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